Bce, cosa cambia con Christine Lagarde

La decisione di nominare Christine Lagarde a presidente della Banca centrale europea (BCE) è stata essenzialmente politica. Cosa significa questo per la politica monetaria in Europa? E che cosa dire della nomina di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Europea? Ecco di seguito la view di Hetal Mehta, Senior European Economist di LGIM.

Delle due, la von der Leyen ha di gran lunga il profilo minore; è poco conosciuta fuori dalla Germania, e tanto meno oltre l’UE. Ma la sua “imperturbabilità” sarà vista come un attributo chiave. Detto questo, come candidato di compromesso dovrà bilanciare gli interessi contrastanti dei vari blocchi parlamentari dell’UE.

Tra le prossime priorità della Commissione vi sarà il completamento dell’unione bancaria – compreso un sistema europeo di assicurazione dei depositi e più fusioni bancarie transfrontaliere – che sosterrà i tiepidi progressi finora compiuti su un bilancio dell’Eurozona con reali capacità anticicliche. Questo permetterà di mantenere la coesione del blocco di fronte al populismo sempre presente.

I commenti della Von der Leyen sulla flessibilità nell’applicazione delle regole fiscali consolideranno la direzione da intraprendere da parte della Commissione e avranno, per in più, il peso aggiuntivo proveniente da un tedesco “conservatore”.

Una questione sovranazionale

Non è però la nazionalità che conta davvero, soprattutto quando si tratta della BCE. Per i mercati, il sollievo che Jens Weidmann – un personaggio più hawkish – non ha ottenuto l’incarico è stato evidente nel rally del debito della periferia europea. Ma Lagarde è più che una semplice alternativa a Weidmann.

Come capo del Fondo monetario internazionale, Lagarde ha fatto molte dichiarazioni accomodanti, a volte persino dando l’impressione di superare, quanto a tono dovish, lo stesso Draghi. Anche se potrebbe non avere esperienza diretta nell’ambito di una banca centrale, durante il periodo della crisi finanziaria è stata per quattro anni ministro delle finanze francese sotto Nicolas Sarkozy. Per inciso, il vice presidente della BCE, Luis de Guindos, è anche un ex ministro delle finanze spagnolo. Questo aspetto della sua esperienza potrebbe andare a suo vantaggio: non essendo legata a nessuna scuola di pensiero ortodossa, potrebbe essere più aperta a politiche non convenzionali, anche se lei e de Guindos faranno affidamento in larga misura sul nuovo capo economista, Philip Lane, per guidare il dibattito.

Quale è la BCE che erediterà Lagarde?

Una banca centrale che è di nuovo alle prese con una politica di alleggerimento. Ma, guardando il calo delle aspettative di inflazione basate sul mercato – come mostra il grafico che segue, – gli investitori non sono convinti che la BCE sarà davvero in grado di attuare il “whatever it takes”.

La sua priorità fondamentale sarà quindi quella di rafforzare la credibilità della banca centrale attraverso parole e azioni.

Mentre è chiaro che la nomina di Christine Lagarde è di natura politica, le sue relazioni e la sua competenza come avvocato potrebbero rivelarsi utili nel “maneggiare” i trattati dell’UE per fornire una risposta credibile durante la prossima crisi.

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