Scompiglio nell’Eurozona: le sfide di un matrimonio combinato

Con l’aumento del debito pubblico e privato, il rapido invecchiamento della popolazione e una bassa inflazione, l’Europa potrebbe essere incline a un effetto japanification, ovvero uno stato di stagnazione a lungo termine. E’ l’opinione di Nicola Mai, Portfolio Manager e Sovereign Credit Analyst di Pimco, che utilizza la metafora di “matrimonio combinato, minacciato da dirompenti cambiamenti a livello globale”, per spiegare la situazione attuale dei paesi dell’Eurozona.

In particolare, l’esperto di Pimco riconosce come principali fattori di disturbo:
la Cina, il cui rallentamento è particolarmente dannoso per la Zona Euro, considerando che Cina ed Europa commerciano in media oltre 1 miliardo di euro al giorno, soprattutto macchinari e attrezzature, veicoli a motore, aerei e prodotti chimici.
Il populismo, in quanto spesso contiene elementi di scetticismo nei confronti dell’Ue e dell’euro. La proliferazione di partiti più estremi ha già aumentato la frammentazione politica in paesi come la Spagna e l’Italia, causando difficoltà nella formazione del governo, instabilità politica e la sfida di squadrare politiche populiste concorrenti.
La demografia: secondo l’Onu, la popolazione in età lavorativa della Zona Euro, ormai stagnante, sembra destinata a contrarsi nel prossimo decennio.
La tecnologia: l’Europa ha perso terreno a favore di Stati Uniti e Cina, dove i giganti della tecnologia sono cresciuti in modo esponenziale. La crescita dell’euro è rallentata e la crescita della produttività, pari a poco meno dell’1% all’anno nell’ultimo decennio, è rimasta contenuta.

Mai evidenzia come per l’Eurozona la Bce abbia rappresentato il collante di questi ultimi vent’anni e come l’unione monetaria rimanga tutt’ora un work in progress. L’effetto dell’allentamento monetario si è attenuato, afferma l’esperto di Pimco, il che suggerisce la necessità di altre politiche, in primo luogo di una nuova politica fiscale, per stimolare la crescita.

Tuttavia, la probabilità che l’Eurozona si impegni in un significativo alleggerimento fiscale sembra relativamente bassa, in quanto i paesi più capaci di farlo (Germania e Paesi Bassi) tendono a essere i meno disposti, mentre i più disposti (come l’Italia) sono i meno capaci, secondo l’esperto.

Per quanto riguarda gli investimenti, Mai conclude dicendo che questo fragile contesto richiede cautela nell’investire, in particolare quando si effettuano operazioni che dipendono eccessivamente dall’azione della banca centrale, che sta diventando sempre meno efficace.
Infine Mai e gli esperti di Pimco considerano le recenti nomine di Christine Lagarde e Ursula von der Leyen a guidare la Bce e la Commissione europea, rispettivamente, come un cenno al completamento dell’architettura istituzionale incompiuta della Zona Euro.

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