Usa, dati sul lavoro peggiori delle stime. Gli impatti sul mercato

L’US Bureau of Labor Statistics ha comunicato che, nel mese di luglio, sono stati creati, nei settori non agricoli, 130 mila nuovi posti di lavoro, molti inferiori rispetto alle attese del consensus (+160mila). Il tasso di disoccupazione è rimasto al 3,7% per il terzo mese consecutivo.

Riviste al ribasso  le cifre dei mesi scorsi (-20 mila posti di lavoro rispetto alle stime precedenti). Il dato di giugno è stato rivisto al ribasso a +178mila (da +193mila), quello di luglio a +159k (da +164mila).

Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 12,6%, disoccupazione donne (3,3%), bianchi (3,4%), afroamericani (5,5%), asiatici (2,8%), ispanici (4,2%).

Su base mensile i salari sono saliti dello 0,4% (consensus +0,3%), su base annuale sono saliti del 3,2% (aspettative +3,0%).

Valutazione e impatto sul mercato

Cifre contrastate quelle sul mondo del lavoro statunitense che hanno avuto un impatto limitato sull’andamento del biglietto verde sui mercati valutari. Bene la crescita dei salari e il tasso di disoccupazione stabile ormai da 3 mesi, delude la creazione di nuovi posti di lavoro. Da considerare negativamente anche le revisioni al ribasso dei mesi precedenti. E’ da segnalare che la media nel 2019 di nuovi posti di lavoro creati al mese si mantiene ben al di sotto dei 200 mila posti di lavoro creati (+158k circa). Nel 2018 la media era stata pari a +223 mila impieghi. Anche la media degli ultimi 3 mesi è abbastanza debole a +156mila.

Il dollar index, indice che misura la forza della valuta statunitense nei confronti delle valute internazionali, ha evidenziato un lieve ribasso. Il cambio eurodollaro ha registrato una un leggero aumento da 1,1020 (livelli pre-dato) a 1,1045 (livelli post-dato).

Dopo il dato sono aumentate leggermente le probabilità già elevate (superiori al 90%) che il braccio operativo del principale istituto centrale mondiale (FOMC) possa ridurre nuovamente il costo del denaro negli Stati Uniti di 25 punti base nel prossimo meeting (decisione nella serata del 18 settembre) portandoli dal range 200-225 bps al range 175-200 bps.

Le cifre sui NFP hanno solamente dato ulteriore conferma alle aspettative che la Federal Reserve possa già agire a settembre con un nuovo taglio di 25 punti base.

A cura di Filippo Diodovich, market strategist di IG

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