Rischio deflazione in Cina

Dati discordanti quelli sull’inflazione cinese per il mese di agosto, con l’indice dei prezzi al consumo che sale al 2,8% annuo (vicino ma poco sotto il target del 3%), mentre i prezzi alla produzione registrano una contrazione dello 0,8% ad agosto. La discesa dei prezzi applicati dalle fabbriche indica una diminuzione del potere contrattuale delle stesse, indicando una domanda debole che si trasferirà nei prossimi mesi con una pressione al ribasso anche sull’inflazione a livello aggregato.

Inoltre, essendo la Cina un esportatore di prodotti, è probabile che si mettano sotto pressione anche i prezzi al consumo di altre economie, aumentando rischio di deflazione. Sostenere una crescita stabile dei prezzi al 2% è l’obiettivo principale del mandato della Banca Centrale Europea, tuttavia l’eventualità di un nuovo allontanamento dal target potrebbe non essere sufficiente per trovare il consenso per un intervento deciso nell’incontro di giovedì. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, resiste all’interno del comitato di politica monetaria una fazione che si opporrà al lancio di un nuovo quantitative easing, limitando l’azione ad un taglio dei tassi (e, forse, nuove aste per liquidità a basso costo da concedere alle banche).

Con l’incontro della BCE alle porte, i cui esiti risultano ancora incerti, è giustificata la situazione di attesa sul mercato valutario, che vede le quotazioni dell’euro contro il dollaro oscillare stabilmente tra l’1,10 e l’1,11. Discorso simile per il cambio tra dollaro e yuan, che vede gli scambi in zona 7,11, con la situazione di stasi che in questo caso potrebbe prolungarsi oltre, sino all’incontro della Federal Reserve.

Riconosciuta l’area di resistenza rappresentata dalla media mobile a 21 giorni, le quotazioni del cambio eur/usd hanno subìto prime prese di beneficio tornando a quotare a ridosso dei livelli di minimo registrati ad inizio settembre in area 1,1040. Ciononostante, le attese permangono a favore di rialzi del cross capaci di favorire test alla parte alta del canale ribassista in essere dai massimi di luglio in prima battuta e successivamente proporre rialzi verso la media mobile a 100 giorni. Detto movimento viene accompagnato dall’uscita degli indicatori di momentum dall’area di ipervenduto a conferma del ritorno di interesse sul mercato.

 

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