Su Wall Street inizia a pesare un dollaro troppo forte

La pubblicazione, tra gli altri dati, della terza stima del Pil Usa del terzo trimestre, ha offerto pochi brividi. Il numero è rimasto invariato al 2% annualizzato, ma  il dettaglio è meno positivo, con consumi e investimenti in calo, e spesa pubblica e export a compensare. Piccolezze, in ogni caso. Spiccano poi il miglioramento oltre attese della survey manifatturiera della Fed di Kansas city (-2 da -6 e vs attese per -4) che però resta in contrazione, e le pending home sales di agosto meglio delle stime.

I numeri non hanno ispirato Wall Street, che ha preso la  via del ribasso. In parte la debolezza può essere legata alla forza del dollaro: il ritorno sui massimi del Dollar Index ha alimentato un po’ di commenti sull’impatto sugli utili aziendali, visto che il rafforzamento rispetto ai livelli prevalenti 12 mesi fa è del 3 o 4%. Nel 2014/15 fu del 25%.

A deprimere il sentiment, anche un’indiscrezione secondo cui la sospensione delle misure contro Huawei non sarà probabilmente rinnovata. Se confermato, è uno sviluppo negativo assai più concreto di tutte le dichiarazioni che hanno prodotto il recente rasserenamento del clima. Anche il rally dei treasury può  essere ricondotto a queste news.

Resta il fatto che la  forbice tra S&P 500 ed Eurostoxx 50 supera il punto percentuale a favore del  secondo. Naturalmente non è che la faccenda dell’impeachment abbia smesso di pesare sul sentiment, tanto più che Trump ha alluvionato l’account Twitter di proteste, inoltro di messaggi di solidarietà e minacce di crollo dei mercati se la cosa andrà avanti. La forza del dollaro sembra però indicare che questo driver al momento non può essere quello principale.

C’è poi la questione dei tassi repo negli Usa. La  Fed ha incrementato le  size ed oggi la  domanda ha premiato particolarmente la  scadenza a 2 settimane, dove sono stati richiesto 72 bln a fronte dei 60 offerti. Sull’overnight “solo” 50, a fronte dei 100 offerti. Al momento le tensioni comunque sembrano sotto controllo.

A cura di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr

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