Azionario globale, nonostante il G20 la volatilità è qui per restare

I mercati hanno tirato un sospiro di sollievo, dato che al G20 non sono emerse ulteriori tensioni tra le principali potenze mondiali. La guerra commerciale tra Usa e Cina è stata una delle principali cause di sentiment negativo per gli investitori negli ultimi mesi. Perciò, è positivo che gli Stati Uniti e la Cina si siano allontanati dall’orlo di un’escalation nella disputa e che i negoziati commerciali bilaterali siano nuovamente nell’agenda dei due Paesi. Lo sottolinea Ian Heslop, Head of Global Equities di Merian Global Investors.

Per Heslop, tuttavia, sarebbe un errore esagerare l’importanza della ‘tregua commerciale’ o avere eccessiva fiducia nella sua durevolezza. La minaccia dei dazi è diventata parte integrante degli strumenti di politica estera degli Usa. La disputa con la Cina può essere l’esempio principale, ma gli Stati Uniti hanno minacciato anche India, Unione Europea, Canada e Messico.

Vi sono anche altri rischi. Il cambiamento climatico rimane una questione ‘G19 più uno’, con gli Usa che rimangono una voce isolata a sfavore delle misure per contrastare il riscaldamento globale. Ulteriori rischi potenziali comprendono un conflitto armato con l’Iran, un picco nei prezzi del petrolio, una Brexit ‘no deal’ e una crisi del sistema bancario italiano.

“Ritengo che la volatilità nei mercati sia qui per restare”, conclude Heslop. “I due anni di bassa volatilità nel 2016 e 2017 sono stati l’eccezione alla regola. Nell’affrontare la volatilità e i vari rischi geopolitici, è essenziale mettere la diversificazione in primo piano. Per questo motivo, nel nostro team azionario globale basiamo la selezione dei titoli su un range variegato di criteri e aggiorniamo il peso attribuito a ciascuno in modo dinamico, in base al contesto di mercato”.

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