Raccolto Usa, volatilità per i mercati dei cereali

Secondo l’analisi svolta dall’Ufficio Studi BG Saxo, la volatilità osservata sui mercati dei cereali statunitensi durante la stagione della semina sembra destinata a continuare nella fase di crescita delle colture. L’ultimo movimento dei prezzi è stato innescato dal rapporto sulle scorte e sulle superfici coltivate di venerdì scorso. Mentre sono state osservate scorte in declino in tutte e tre le principali colture (mais, grano e soia), è stata la superficie coltivata a mandare in avvitamento i prezzi del mais e del frumento.

Come indicato in tabella, la superficie coltivata ha subito una forte variazione, in particolare per quanto riguarda il mais. Le cattive condizioni meteo che hanno imperversato sugli States, sollevano la questione di quanto sia stato effettivamente piantato, con il sondaggio di follow-up del 12 agosto che dovrebbe dare maggiori indicazioni

Mercati cauti sulle promesse di Trump

La superficie coltivata a soia è arrivata a 80 milioni di ettari, circa 4,5 milioni sotto le stime. Tuttavia, con 40 milioni di ettari non coltivati al momento, è probabile che vi siano ulteriori revisioni. La reazione dei prezzi a questo risultato, che sulla carta sarebbe rialzista, è stata ostacolata dal pesante eccesso di scorte dovuto al crollo della domanda cinese.

Il rapporto è stato relativamente neutro per il frumento, ma il prezzo è stato trascinato al ribasso dal movimento del mais e dal rinnovato focus sulla raccolta negli Stati Uniti del crop invernale e da quella in arrivo in Europa e nella regione del Mar Nero.

Il rapporto sulle condizioni settimanali delle coltivazioni, pubblicato lunedì alle 20:00 GMT, ha rilevato che le percentuali di mais e di soia valutate tra “buono” ed “eccellente” è sotto le stime (tabella 2), ai minimi dal 2012 per questo periodo dell’anno. Il frumento primaverile è vicino alla media stagionale, mentre la percentuale del crop invernale raccolto ha raggiunto il 30%, rispetto a una media quinquennale del 48%.

Gli hedge fund sono rimasti fortemente long di future sul mais nella settimana fino al 25 giugno, in vista della relazione sulla superficie coltivata che ha portato al crollo delle quotazioni nella giornata di venerdì scorso (tabella 3). Le posizioni nette sul mais sono passate da un record di 322 lotti short ad aprile a 188.000 lotti long, ai massimi da un anno. Questo probabilmente aiuta a spiegare il sell-off generatosi da venerdì, con il contratto di dicembre sul mais che ha ritracciato di quasi il 50% rispetto alla salita tra maggio e giugno.

Le prossime settimane continueranno a essere molto volatiliti, data l’incertezza che viene da più fronti. I trader non si concentrano solo sul potenziale per il clima caldo previsto negli Stati Uniti per i prossimi giorni, che potrebbe rafforzare le prospettive di un buon raccolto, ma stanno anche tenendo d’occhio il potenziale riavvio dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina. Dopo l’incontro del G20 tra Trump e Xi, il presidente americano ha nuovamente affermato che la sua controparte ha promesso di acquistare “enormi” quantità di prodotti agricoli statunitensi. Dopo aver assistito a diverse false partenze, il mercato ha adottato un approccio attendista a questa recente dichiarazione di Trump.

Analisi tecnica

Il frumento ha formato un Doji Evening star, con lo schema d’inversione che indica una correzione che potrebbe portare i prezzi in un’area di supporto intorno a 487 $, sul livello di ritracciamento 0,5 e a breve distanza dalle medie a 55 e a 200 periodi. La divergenza su RSI supporta questa versione: top e correzione di breve termine.

Allo stesso modo, anche il mais ha formato un modello d’inversione (14-17 giugno) dopo aver fallito l’attacco a quota 450 dollari. I tori hanno fallito un altro assalto a quel livello in data 28 giugno, ma gli orsi hanno immediatamente preso il controllo con un sell-off massiccio. Il picco del 17 giugno si è formato in corrispondenza di una divergenza sul RS, a sostegno del modello. Una chiusura sotto i 407 dollari potrebbe alimentare un’altro crollo fino a 390-380 dollari.

I compratori non hanno avuto la forza per sollevare i prezzi della soia fino a testare il livello dei 925 dollari, prima che i venditori prendessero il controllo. Attualmente la soia sta testando la trendline in forte ascesa con un rischio d’inizio di downtrend. Il quadro in questo caso non è così nitido in quanto non vi è alcuna divergenza su RSI, che indica che potremmo vedere un altro tentativo di spinta verso quota 925 dollari, tuttavia la tendenza a breve termine è ribassista. Se i venditori dovessero riuscire a spingere il prezzo sotto il minimo del 01 luglio, potremmo vedere la soia crollare fino a 870/860 dollari.

Per tutte e tre le coltivazioni c’è un chiaro quadro di alta volatilità da aprile, con il grafico che evidenzia chiaramente tale tendenza, mostrando candele con ampia escursione tra minimo e massimo di giornata e con frequenti gap tra un giorno e l’altro. Il mercato è chiaramente nervoso e reagisce a qualsiasi rumors, pertanto il consiglio è quello di tenere gli stop stretti.

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