La politica monetaria resta espansiva. I tassi di interesse della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea resteranno “bassi a lungo” (“lower for longer”) e i mercati monetari già scontano ulteriori tagli. Tale linea sostiene i titoli azionari e mantiene i redimenti delle obbligazioni governative su livelli contenuti. Secondo i calcoli di Bloomberg, 13 miliardi di dollari Usa di titoli governativi offrono rendimenti negativi.
Le tensioni sul fronte degli scambi, che potrebbero coinvolgere maggiormente anche l’Europa, con ogni probabilità proseguiranno anche dopo l’incontro fra Trump e Xi al G20, poiché è in gioco la leadership politica e tecnologica, di cui il conflitto commerciale non è altro che una conseguenza. Inoltre, nel 2020 gli Stati Uniti eleggeranno il loro prossimo Presidente.
Tutto considerato, si legge nell’outlook mensile di Allianz GI, dobbiamo attenderci un aumento della volatilità dei mercati. Se attualmente il denaro a basso costo delle banche centrali fornisce supporto, il contesto geopolitico può invece rappresentare un ostacolo, tanto più se gli indicatori congiunturali continuano a segnalare il passaggio attraverso una fase matura del ciclo, e le valutazioni in alcune aree del mercato azionario si confermano elevate.
Questa volatilità si presta alla ricerca di income più che ad un apprezzamento dei corsi. Nei prossimi anni infatti le quotazioni dovrebbero registrare incrementi più moderati, dal momento che scontano già molto in termini di crescita. In questo contesto si torna a guardare ai dividendi. E quando il rendimento in termini di “beta” è atteso in diminuzione, l’alpha dei gestori attivi diventa sempre più importante.