“Ci aspettiamo adesso che la Bce rafforzi la sua forward guidance collegando la politica monetaria alle prospettive di inflazione della zona euro, e riteniamo possibile un taglio di 10 punti base del tasso sui depositi a -0,50% nella riunione del 12 settembre, oltre all’esenzione di parte del surplus delle riserve delle banche commerciali dai tassi negativi che attualmente le portano a pagare alla Bce più di 7 miliardi di euro all’anno”, prosegue Jung, sottolineando che questa mossa ha anche il sostegno dell’ex capo economista della Bce. I nuovi acquisti di attività e l’allentamento del limite per emittente saranno probabilmente presi in considerazione solo in un momento successivo.
Negli Stati Uniti, evidenzia l’economista, anche la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti nel mese di luglio, sebbene la situazione sembri meno urgente. Il settore servizi è ancora solido e il mercato del lavoro non mostra segnali di rallentamento, ma il comprato manifatturiero continua a rallentare. Inoltre, sta aumentando il rischio che le aspettative di inflazione a lungo termine si stiano disancorando, come dimostra il calo dei tassi swap sull’inflazione di 30 pb dall’inizio di maggio. Tuttavia, la Fed non sta ancora anticipando la fine dell’espansione economica e non ha avviato un nuovo round di tagli dei tassi. Una riduzione dei tassi ufficiali sarebbe di natura preventiva, finalizzata a estendere la crescita economica in un contesto di elevata incertezza e inflazione moderata.