Ftse Mib: attenzione a due segnali di allarme. Le blue chip sotto la lente

Intervista di Davide Pantaleo (TrendOnline) a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di FinanzaOperativa.com del 5 luglio 2019

La scorsa settimana aveva pronosticato un possibile ritorno del Ftse Mib in area 22.000. Ora che siamo andati già oltre tale soglia cosa si aspetta?

A Piazza Affari il mood è sicuramente positivo, ma arrivati a questo punto forse fin troppo, e quando tutti sono positivi è meglio tirare i remi in barca, ovvero procedere a qualche presa di beneficio. A mio avviso i segnali di allarme per il Ftse Mib sono essenzialmente due: il primo è rappresentato dal fatto che gli indicatori, a partire dall’RSI a 14 periodi, sono entrati in territorio di ipercomprato. Il secondo segnale di allarme è che le quotazioni dell’indice in zona 22.100 sono arrivate a testare la resistenza dinamica ascendente di lungo termine che si era originata alla fine di settembre dello scorso anno. Personalmente non mi aspetto grandi allunghi del Ftse Mib oltre quota 22.100, magari sarà possibile un rialzo di altri 100/150 punti, ma oltre la vedo veramente dura almeno in ottica di breve termine.

Ora a Piazza Affari potremmo trovarci di fronte a due possibili scenari: il primo è quello di un movimento laterale di consolidamento del Ftse Mib con baricentro intorno a quota 22.000/21.900 punti. Il secondo, per il quale io propendo, è quello di una correzione almeno in ottica di breve termine, con possibili discese dell’indice fino ai 21.670/21.570 punti.

Unicredit ieri ha quasi replicato il rally della vigilia, mentre si è mostrato meno vivace Intesa Sanpaolo. Cosa può dirci di questi due titoli?

 Unicredit ha generato indubbiamente un significativo segnale rialzista, accompagnato da scambi superiori alla media sia mensile che trimestrale, oltrepassando a quota 11,1 euro la resistenza statica di medio termine. Il titolo potrebbe avere ancora spazio per un ulteriore rialzo sin verso la soglia dei 12 euro, ma attenzione però al fatto che i principali indicatori e oscillatori tecnici sono ormai prossimi alla zona di ipercomprato. Una volta eventualmente arrivato a quota 12 euro, difficilmente Unicredit dovrebbe riuscire a dare vita ad ulteriori rialzi. Un acquisto del titolo andrà accompagnato da uno stop loss a 11,1 euro, dove si trovava la resistenza statica di medio termine.

Intesa SanPaolo sembra impostato leggermente meglio di Unicredit dal punto di vista tecnico.
Nella seduta di ieri il titolo ha incrociato al rialzo la media mobile a 50 giorni che al momento transita in zona 2 euro e sta andando a richiudere il gap ribassista aperto a metà giugno in area 2,1 euro. Questa soglia diventa il primo target per Intesa Sanpaolo che dopo una fase laterale di consolidamento potrà eventualmente puntare all’obiettivo successivo dei 2,2 euro. Come nel caso di Unicredit, anche per Intesa Sanpaolo bisogna fare attenzione agli oscillatori e indicatori tecnici che sono ormai vicinissimi alla zona di ipercomprato e questo potrebbe comportare una correzione.
In caso di acquisto di Intesa Sanpaolo il suggerimento è di fissare uno stop loss a 1,95 euro.

Eni ieri ha chiuso gli scambi in rialzo, mentre non ha evitato un altro segno meno Saipem. Qual è la sua view su questi due titoli?

Eni di recente ha confermato la tenuta del supporto dinamico ascendente di breve-medio termine a quota 14,4 euro, dove guarda caso transita anche la media mobile a 50 sedute. Con la tenuta dei 14,4 euro ENI sembra intenzionato ad allungare il passo e a sviluppare il recupero iniziato nelle prime sedute di giugno. I prossimi obiettivi al rialzo sono a quota 15 e a 15,3 euro, oltre cui si guarderà ai 15,5 euro, per poi spostare l’attenzione sui 16 euro, ma più in là nel tempo, magari dopo una fase laterale di consolidamento. Un acquisto di Eni andrà corredato da uno stop loss a quota 14,4 euro.

Saipem non è ben impostato dal punto di vista tecnico, perchè proprio mercoledì ha violato a 4,495 euro il supporto dinamico ascendente che da inizio giugno sosteneva il recupero dei corsi. Sempre mercoledì a livello intraday ha incrociato al ribasso in zona 4,3 e 4,2 euro le media mobili a 21 e a 50 giorni.  Ieri Saipem si è riportato sopra questi livelli, ma resta sotto il supporto segnalato prima a 4,495 euro. Per il titolo potrebbe profilarsi un’ulteriore correzione con primo obiettivo a quota 4,1 euro ed eventualmente fino a quota 3,95 euro. L’unica cosa che potrebbe far sperare in una fase laterale di consolidamento sono gli scambi volumi di scambio che si registrano nelle ultime sedute su Saipem.

Ci sono altri titoli che vuole segnalarci a Piazza Affari?

Sto seguendo Snam che ieri è sceso in controtendenza rispetto al mercato dopo il rialzo delle due sessioni precedenti.
A mio giudizio il titolo è ben impostato dal punto di vista tecnico e potrebbe completare la formazione di un movimento a “V”, una volta eventualmente confermato il superamento di quota 4,585/4,6 euro, area dove al momento coincidono la resistenza statica di breve termine e la media mobile a 50 sedute. Oltre questo primo obiettivo, individuo il secondo in area 4,7 euro, superata la quale Snam potrà allungare in direzione dei 4,8/4,85 euro, obiettivo finale del movimento a V di cui ho parlato prima. A chi volesse acquistare il titolo suggerisco di fissare uno stop loss a 4,45 euro, dove transita ora il supporto dinamico ascendente di breve termine.

 

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