A cura di Filippo Diodovich, market strategist di IG
L’US Bureau of Labor Statistics ha annunciato che, nel mese di giugno, sono stati creati, nei settori non agricoli, 224 mila nuovi posti di lavoro, dato ben superiore alle aspettative del consensus (+165mila). Il tasso di disoccupazione è salito al 3,7% dal 3,6% (attese al 3,6%).
Riviste al ribasso le cifre dei mesi scorsi (-11mila posti di lavoro rispetto alle stime precedenti). Il dato di aprile è stato rivisto al ribasso a +216mila (da +224mila), quello di maggio a +72mila (da +75mila).
Il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 12,7%, disoccupazione donne (3,3%), bianchi (3,3%), afroamericani (6,0%), asiatici (2,1%), ispanici (4,3%).
Su base mensile i salari sono saliti dello 0,2% (consensus +0,3%), su base annuale sono saliti del 3,1% (aspettative +3,2%).
Valutazione
Cifre molto positive sul mondo del lavoro statunitense che hanno avuto un impatto sul dollaro che si è rafforzato rispetto alle principali divise. Il dollar index, indice che misura la forza della valuta statunitense nei confronti delle valute internazionali, ha evidenziato un bel balzo verso l’alto sui massimi delle ultime due settimane. Il cambio eurodollaro è sceso da 1,1270 a 1,1240.
E’ da segnalare che nonostante i brillanti dati, la media nel 2019 di nuovi posti di lavoro creati al mese si mantiene comunque al di sotto dei 200 mila posti di lavoro creati (+172mila per la precisione). Nel 2018 la media era stata pari a +223 mila impieghi.
Teniamo inoltre conto che sia abbastanza scontato che il braccio operativo del principale istituto centrale mondiale (FOMC) possa ridurre il costo del denaro negli Stati Uniti di 25 punti base nel prossimo meeting (decisione nella serata del 31 luglio) portandoli dal range 225-250 bps al range 200-225 bps.
Le cifre molto positive sui Non Farm Payrolls hanno solamente aumentato la percezione che la Federal Reserve agirà con un taglio di soli 25 punti base e non come molti avevano cominciato a predire di 50 punti base.