L’obiettivo è quello di intensificare gli sforzi per migliorare e facilitare il modo di fare affari e innalzare il tenore di vita nazionale, intervenendo in settori come la gestione dei rifiuti, i trasporti e l’inquinamento. La Commissione propone addirittura di istituire una borsa valori sociale.
Il governo ha chiarito come intende ridurre il deficit fiscale dell’India dal 3,4% al 3,3%: aumentando le tasse sui super-ricchi, aumentando le accise sul carburante e i dazi all’importazione sull’oro. Quest’ultimo è un provvedimento particolarmente tempestivo in termini di gestione della bilancia dei pagamenti, dato il recente aumento delle importazioni di oro.
Occorrerà capire meglio i dettagli sui piani per rendere interscambiabile il PAN (Personal Tax Number) dell’India con il sistema di identificazione biometrica Aadhaar per il pagamento delle imposte e l’archiviazione automatica. Ma a prima vista tutto ciò sembra progettato per reprimere l’evasione fiscale.
Considerato il calo dei risparmi interni, c’è stato il riconoscimento del fatto che l’India ha bisogno di aprirsi ai capitali esteri, il che allevierebbe una certa pressione sul mercato obbligazionario locale. Certamente l’India ha spazio per avventurarsi in questo mercato, dato il suo storico conservatorismo.
Anche i piani per aumentare i limiti agli investimenti esteri sia per i Foreign Direct Investment che per le azioni saranno chiaramente d’aiuto. Tuttavia, esortiamo l’India a usare cautela e a stabilire parametri chiari per quanto riguarda l’indebitamento esterno per evitare la dipendenza dal capitale estero di cui soffrono molti mercati emergenti.
L’istituzionalizzazione delle società finanziarie non bancarie e della National Housing Bank sotto l’autorità regolamentare della Reserve Bank of India dovrebbe conferire maggiore stabilità al sistema finanziario. Prevediamo inoltre ulteriori tagli ai tassi per incoraggiare la crescita, dati gli insufficienti stimoli annunciati finora.