Possibili sorprese dalle banche centrali

“Con la crescita delle tensioni commerciali e geopolitiche e il calo delle aspettative di inflazione, sono tornate a crescere le attese del mercato verso un ritorno all’allentamento monetario su entrambe le sponde dell’Atlantico. Non vi è, tuttavia, un consenso sull’eventuale portata degli stimoli”. Ad affermarlo è Agnieszka Gehringer, Senior Research Analyst del Flossbach von Storch Institute, che di seguito spiega nel dettaglio la propria view.

Perdita di slancio economico oltreoceano

La crescita economica nell’area euro e negli Stati Uniti sta rallentando da diversi trimestri. Soprattutto la salute economica del settore manifatturiero ha subito ripercussioni negative, ma anche i servizi hanno subito un rallentamento. Tra le ragioni più importanti di questo rallentamento c’è senza dubbio il perdurare delle tensioni commerciali e geopolitiche.

Anche le aspettative di inflazione negli Stati Uniti e nell’area dell’euro si sono notevolmente indebolite, dopo aver raggiunto un picco a metà del 2018. Poiché le aspettative di inflazione costituiscono un importante indicatore di performance per la BCE e la Fed per valutare l’efficacia della loro politica monetaria, gli operatori di mercato si aspettano ora che entrambe le banche centrali si orientino verso un allentamento della politica monetaria.

Quali sorprese potrebbero esserci?

Queste crescenti aspettative sono già state accompagnate da annunci preliminari, anche se non sempre accurati, del presidente della BCE Mario Draghi durante il suo discorso a Sintra il 18 giugno e dal presidente della Fed Jerome Powell nella sua audizione dinanzi alla Commissione bancaria del Senato americano l’11 luglio.

Tuttavia, sebbene vi sia un ampio consenso di mercato sul fatto che entrambe le banche centrali adegueranno la loro politica monetaria in vista delle prossime riunioni di politica monetaria, vi è ancora ampio spazio per sorprese circa i rispettivi livelli di allentamento.

Nel caso della BCE, la probabilità implicita del mercato che non si verifichi alcuna variazione dei tassi di interesse è scesa da quasi il 100% prima del discorso di Sintra a circa il 55% successivamente, lasciando spazio alla probabilità (residua) di una riduzione dei tassi di 10 punti base. Questo significa che la maggior parte degli operatori di mercato non si aspetta che la BCE riduca effettivamente i tassi il 25 luglio, mentre se lo aspetta per gli incontri successivi del 2019. Riteniamo, tuttavia, che un’attenta lettura dei dati economici sarebbe un motivo sufficiente perché la BCE agisca preventivamente e sorprenda il mercato con un taglio dei tassi immediato. In ogni caso, un taglio a sorpresa dei tassi d’interesse è certamente meno doloroso di un aumento dei tassi d’interesse a sorpresa.

Per la prossima riunione del FOMC del 31 luglio, la probabilità implicita del mercato che non vi sia alcuna variazione dei tassi di interesse ha raggiunto il limite più basso il 18 giugno e vi è rimasta da allora, il che implica che per il mercato è molto probabile che la Fed allenti la propria politica. Tuttavia, gli operatori del mercato sono molto incerti sulla portata delle misure. La probabilità implicita sul mercato di un taglio di 50 punti base del tasso d’interesse alla riunione del FOMC di luglio è stata volatile, oscillando tra lo 0% del 10 luglio e quasi il 40% alla settimana successiva. Anche questo potrebbe riservare una sorpresa.

Outlook

Dopo un breve tentativo di normalizzazione della politica monetaria, le banche centrali si stanno nuovamente convertendo a una politica accomodante. Tuttavia, qualunque cosa la BCE e la Fed faranno in materia di tassi d’interesse in occasione delle prossime riunioni di luglio, l’efficacia e il margine di manovra sui tassi sono molto limitati. Le banche centrali sembrano essere più o meno arrivate a questa conclusione. La Fed sta attualmente rivedendo il proprio quadro di politica monetaria e dovrebbe annunciarne i risultati nella primavera del prossimo anno. La BCE non può permettersi di restare inattiva e molto probabilmente sarà costretta a fare lo stesso. Resta da vedere quanto saranno creative le banche centrali.

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