Bce, la nuova presidente Lagarde più colomba che falco

A
A
A
di Stefano Fossati 30 Ottobre 2019 | 15:30

Christine Lagarde è un’eccellente nomina come presidente della Bce. Ha maturato una vasta esperienza sia come ministro delle finanze che come capo del Fmi. E sebbene non abbia una formazione da economista, sarà abilmente supportata nel proprio lavoro dal personale della Bce. Le sue precedenti dichiarazioni sulla politica monetaria suggeriscono che sia vicina a un orientamento accomodante. È stata una sostenitrice del quantitative easing, che la Bce ha recentemente ripreso”. E’ il giudizio di Paul Diggle, Senior Economist di Aberdeen Standard Investments, sulla politica francese che dal 1° novembre prenderà il posto di Mario Draghi al vertice della Banca Centrale Europea.

“E sotto la sua direzione – continua l’economista – il Fondo Monetario Internazionale ha sostenuto ampiamente i tassi di interesse negativi, pur essendo consapevole del potenziale di destabilizzazione finanziaria che i tassi eccessivamente negativi portano con sé”.

Per Diggle, il continuo rallentamento della crescita economica nell’Eurozona e la totale assenza di pressioni inflazionistiche sottostanti fanno sì che Lagarde probabilmente possa procedere a ulteriori tagli dei tassi di interesse durante il suo mandato. Portare il costo del denaro ancora a un livello più basso può sostenere l’economia. Ma, con tassi già così bassi, la politica monetaria non può da sola aiutare l’economia dell’Eurozona a uscire fuori dalla sua depressione.

“Invece, ciò di cui il gruppo della moneta unica ha realmente bisogno è che i governi perseguano stimoli fiscali, intraprendano profonde riforme strutturali e portino avanti l’agenda dell’integrazione europea. Tutti lo sanno, e il presidente uscente della Bce Mario Draghi ha trascorso anni a ripetere il messaggio all’infinito, in gran parte senza successo. Ma se qualcuno può spingere i governi dell’Eurozona ad agire, è Lagarde. Ha un’esperienza unica sia nella supervisione della politica fiscale nazionale in Francia, sia nella consulenza ai governi sulle loro politiche fiscali in tutto il mondo. Lei è il consumato attore politico di cui l’economia dell’Eurozona ha bisogno. Ora, se solo i governi nazionali facessero la loro parte. Buona fortuna, signora Lagarde”, conclude l’economista di Aberdeen SI.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nel tuo Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Condividi questo articolo
NEWSLETTER
Iscriviti