“Brexciting”

A cira di Wings Partners Sim

Segnali di cauta stabilizzazione sui mercati azionari nelle prima metà della settimana soprattutto grazie al supporto offerto dalle banche centrali

Se in USA un membro votante del FOMC (Moore, nominato guarda caso da Trump) si spinge ad affermare che i rialzi dei tassi operati in settembre e dicembre siano stati un errore (suggerendo un taglio lineare di 50 bps per rimediare alla malefatta) agli antipodi la banca centrale della Nuova Zelanda si unisce al coro delle colombe annunciando che il prossimo movimento sul costo del denaro sarà al ribasso, innescando il più significativo arretramento del dollaro neozelandese in sette settimane a cui, per simpatia, si associa anche al flessione del dollaro australiano ieri.

Oggi al banco dei testimoni attesa nuovamente la BCE con una pletora di oratori tra cui Draghi, Nowotny, Praet, De Guindos e Lautenschlaeger…non è difficile pronosticare quale sarà il tono coralmente espresso dalla Banca Centrale europea.

Malgrado l’inversione di marcia delle banche centrali sia solo all’inizio, il mercato sembra scontare toni ulteriormente accomodanti per il prossimo futuro, tanto che il mercato del reddito fisso appare invero molto simile a quello visto in occasione degli ultimi interventi di QE con i decennali americani attestati in area 2,4% questa mattina dopo un minimo a 2,377% ieri, il Tresury Bill a 3 mesi di qualche punto sopra (a quanto pare confermando la funesta inversione della curva dei rendimenti) e ben 10 trilioni di rendimenti negativi su base globale…

I dati macro non sono proprio incoraggianti

In Cina i profitti industriali registrano una flessione nel primo bimestre apri al 14% (contro un incremento del 10,3% a dicembre 2018) facendo segnare per il settore il peggior avvio d’anno dalla crisi finanziaria.

In USA nel frattempo dati al di sotto delle attese sia per i nuovi cantieri che per i permessi edilizi che su base annua accusano una flessione rispettivamente del 9,9% e 2,0%. Sul fronte manifatturiero l’indice della FED di Dallas registra a marzo la peggior lettura da un biennio a questa parte allineandosi così alle deboli risultanze emanate nei giorni scorsi dalla FED di Philadelphia e dal New York Empire State index. In calo anche la fiducia dei consumatori a marzo con una lettura di 124,1 contro 132 atteso.

In Europa se il Regno Unito si appresta ad una serie interminabili di voti parlamentari su 16 differenti proposte indicative (su cui non starei troppo a soffermarmi) dove forse l’unico elemento in grado di sbloccare l’impasse sembra essere quello di un impegno della May a dimettersi a fine Brexit, confusione che a quanto pare non sembra granchè influenzare la sterlina stazionaria in area 1,32 contro usd, in Europa il duumvirato composto da Germania e Francia continua a lanciare strali contro un’Italia rea di aver aperto delle trattative con la Cina nell’ambito del programma Belt&Road a discapito dell’Unità Europea (proprio mentre questi due paesi stanno chiudendo importanti accordi bilaterali con il Dragone, si pensi che la Francia in questi giorni ha concluso 15 accordi differenti per un controvalore di 40 mld di euro).

In ogni caso l’Europa è al momento impegnata in altre vitali decisioni, tra cui l’abolizione dell’ora legale e l’imposizione dal 2022 di limitatori GPS di velocità su tutti i veicoli di nuova produzione per incrementare la sicurezza stradale; poi uno si chiede come mai l’euro stia sprofondando verso quota 1,12 contro dollaro in queste ultime giornate.

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