Orchard (T. Rowe Price): “Possibilità Grexit al 50%”

di Kenneth Orchard, Portfolio Manager, European Fixed Income, T. Rowe Price

L’outlook per la Grecia resta poco chiaro. Le trattative con i partner europei e i creditori continuano e, con così tante incertezze e possibili esiti, probabilmente la situazione resterà indefinita ancora per un po’. Dato il breve lasso di tempo trascorso dall’annuncio dei risultati del referendum e la rapida evoluzione della situazione, continueremo a monitorare gli eventi molto da vicino.

Detto ciò, la reazione immediata dei mercati finanziari globali ci dà qualche primo segnale, almeno in termini di sentiment degli investitori. Infatti, la risposta dei mercati obbligazionari è stata ragionevolmente calma, con gli spread sui periferici che si sono mossi marginalmente al rialzo nelle prime contrattazioni di lunedì scorso, all’indomani del referendum. Per di più, i differenziali sono rimasti al di sotto dei picchi raggiunti a metà giugno.

A nostro avviso, la reazione debole dei mercati obbligazionari riflette un paio di possibili fattori. Primo, suggerisce probabilmente che gli investitori avevano assunto una posizione difensiva in vista del referendum. La maggiore volatilità sull’obbligazionario e sul Forex nelle ultime settimane potrebbe aver già causato un po’ di riduzione del rischio. In secondo luogo, la reazione debole dei mercati suggerisce che gli operatori continuano ad aspettarsi un intervento della Banca centrale europea (BCE) nel caso le tensioni finanziarie dovessero aumentare, intervento che potrebbe sostanziarsi in un incremento degli acquisti di titoli di Stato di Paesi dell’Eurozona se necessario, in modo da contenere l’allargamento degli spread periferici.

Per le prossime settimane, gli eventi chiave da monitorare saranno le evoluzioni politiche interne alla Grecia e la risposta dell’Europa. Per quanto riguarda le prime, i mercati sperano in un approccio più conciliante da parte del nuovo ministro delle Finanze, Euclid Tsakalotos, dopo le dimissioni di Varoufakis. Intanto, l’attenzione sarà focalizzata su quali saranno le nuove proposte di Atene in cambio di un sostegno sul debito. La Grecia deve infatti pagare 3,5 miliardi di euro alla BCE il 20 luglio e non onorare tale scadenza potrebbe avere implicazioni molto negative per le banche elleniche in particolare, dato che è l’Eurotower al momento a tenerle in vita. In termini di risposta da parte dei leader europei, dovremo vedere quale posizione prenderanno rispetto alla Grecia, quali aspettative hanno e quanto – e se – sono disposti ad accettare i compromessi proposti da Atene. Al momento, tutte questi elementi rimangono avvolti dall’incertezza.

Stimiamo circa il 50% di possibilità di una Grexit, una percentuale inferiore al consenso generale dei mercati. Anche se questo evento dovesse verificarsi, non pensiamo sarebbe un’uscita rapida. Molti commentatori sembrano non cogliere a pieno quanto sia difficile realizzare tale scenario, dati i dettagli legali e tecnici, non ultima la creazione/stampa di una nuova valuta.

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