Mercati: c’è una nuova bolla all’orizzonte

I mercati sembrano essersi ripresi dal recente nervosismo, quando sono cresciuti i timori per una fuga in avanti dell’inflazione che avrebbe messo sotto pressione la prosecuzione delle politiche ultra espansive delle Banche centrali. Questo balzo dell’indice dei prezzi al consumo potrebbe essere innescato dalle misure a sostegno dell’economia di autorità governative e monetarie, le quali unite alla prosecuzione della vaccinazione con il progressivo ritorno alla normalità avrebbero la possibilità di innescare una solida ripresa economica.

Per calmare gli operatori diversi rappresentanti degli istituti sono dovuti scendere in campo con dichiarazioni accomodanti. In tal senso, alcuni analisti notano come la Fed potrebbe intervenire con il controllo della curva dei tassi. Il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha dichiarato che l’Eurotower dispone della flessibilità necessaria per contrastare ogni aumento indesiderato nei rendimenti dei bond governativi.

Alcuni avvertimenti arrivano dalla Cina: in una conferenza stampa Suo Shuqing, Presidente della Commissione delle Regolazione delle Banche e delle Assicurazioni, si è detto molto preoccupato in merito al pericolo di bolle finanziarie che riguarderebbero il mercato immobiliare nazionale e quello azionario europeo e statunitense. Secondo Shuqing questi ultimi due starebbero andando in senso opposto rispetto a quello dell’economia reale, fatto che potrebbe portare ad una correzione entro poco tempo. Tali avvertimenti potrebbero segnalare che la Cina sia pronta a scegliere misure restrittive.

Intanto, mentre gli USA hanno approvato la soluzione vaccinale monodose di Johnson & Johnson, i nuovi ceppi di Covid-19 iniziano a far sentire i loro effetti sulla curva dei contagi: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il virus è tornato a crescere dopo sette settimane di discesa e che difficilmente si vedrà la fine della pandemia nel corso del 2021.

Nasdaq 100: preoccupa rialzo dei rendimenti

Negli scorsi giorni il Nasdaq 100 ha iniziato a mostrare dei segnali di cedimento, rivelando dopo molto tempo una debolezza più marcata rispetto agli altri due principali indici di Borsa a stelle e strisce, l’S&P 500 e il Dow Jones. Il motivo che ha spinto le vendite sul listino tecnologico è da cercare nel recente rialzo dei tassi sui titoli di Stato, con il decennale USA che prima di correggere ha toccato un rendimento superiore all’1,5%.

Le vendite sui bond governativi sono state spinte dalla convinzione che l’economia ripartirà a pieno regime dopo la crisi Covid-19, spinta soprattutto dalle forti misure di stimolo messe in campo da Washington e dalla Federal Reserve. Questi aiuti però potrebbero alimentare un ritorno dell’inflazione, anche se in recenti dichiarazioni il Presidente della Fed, Jerome Powell, ha assicurato che l’istituto ha tutti gli strumenti per gestire i picchi di inflazione e che comunque eventuali rialzi dei prezzi potrebbero essere solo temporanei.

L’effetto

Anche se Powell ha assicurato di voler mantenere la politica monetaria invariata fino a che non verranno raggiunti i target di inflazione e soprattutto occupazione, ancora molto distanti, il mercato teme la crescita fuori controllo dell’indice dei prezzi al consumo, che costringerebbe la Fed ad attuare misure più restrittive.

I titoli tecnologici sono particolarmente penalizzati da questa situazione, in quanto le società del comparto tech sono più sensibili ai rialzi dell’indice dei prezzi al consumo visto che derivano buona parte del loro cash flow dalle prospettive di utili. Oltre a questo, dopo la corsa avuta a partire dallo scorso marzo e alle valutazioni raggiunte con i recenti massimi, gli investitori stanno iniziando a privilegiare le azioni che beneficeranno di un’uscita dalla situazione pandemica. In questo senso, nei prossimi mesi il Nasdaq 100 potrebbe avere più difficoltà a performare meglio dei più tradizionali S&P 500 e Dow Jones.

I certificati di Vontobel sul Nasdaq 100

A cura di Vontobel Certificati

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