“I mercati emergenti sono stati messi sotto pressione dall’aumento dei tassi d’interesse Usa, ma la lista dei fattori che hanno reso il mercato così rialzista all’inizio dell’anno non è cambiata, anzi, le ragioni sono ancora più forti. Lo slancio economico globale rimane solido. Le politiche sono ancora eccezionalmente favorevoli, e l’ultimo pacchetto fiscale degli Stati Uniti è più grande del previsto. La reflazione è positiva per i mercati emergenti, in particolare per i produttori di materie prime“. Ad affermarlo è Alejandro Arevalo, gestore Emerging Market Debt di Jupiter AM, che di seguito spiega nel dettaglio il proprio outlook.
L’importanza dei vaccini è maggiore e diversa per il debito emergente rispetto ai Paesi sviluppati: maggiore perché i Paesi emergenti non hanno le stesse risorse per sostenere le economie durante una pandemia e diversa perché l’accesso ai vaccini arriverà più tardi che nei mercati sviluppati. Tutti questi fattori indicano una forte crescita per le economie emergenti nel 2021, 2022 e oltre.
In passato i mercati emergenti erano molto più vulnerabili agli stress esterni di quanto lo siano ora, ma i tempi sono cambiati. Nel complesso, i mercati emergenti mostrano molta più responsabilità fiscale rispetto al passato: i saldi delle partite correnti e le riserve in valuta sono solidi. I Paesi emergenti hanno imparato dal passato e hanno ridotto l’esposizione all’aumento dei rendimenti Usa e delle valute esterne. Rispetto ai mercati sviluppati, i mercati emergenti sono molto più resistenti all’aumento dei tassi di interesse di quanto molti suppongano.