Mercati, l’Italia alza l’asticella sulle emissioni. Le utility su cui puntare

Secondo quanto riportato da Repubblica, il ministro per la Transizione Energetica Cingolani avrebbe indicato in una riduzione compresa tra il -55% e il -60% entro il 2030, l’obiettivo Italiano in termini di contenimento delle emissioni Co2 con una quota di fonti rinnovabili sul totale dei consumi elettrici che potrebbe essere fissata al 70% (dal 55% precedente).

Un’indicazione positiva per il settore rinnovabili, con un target superiore all’obiettivo Europeo di riduzione emissioni fissato al -55% (rispetto al -40% precedente) e un incremento significativo per la quota di elettricità da rinnovabili. Il ministro avrebbe poi anche indicato in 80 mld di euro l’ammontare delle risorse che saranno destinate a progetti di decarbonizzazione.

“In quest’ottica occorre però un significativo cambio delle regole sulle procedure autorizzative, sul ruolo delle regioni nella politica energetica e nella definizione dei vincoli ambientali (principalmente paesaggistici)” avvertono gli analisti di Equita.

Le utility

Tra le società più esposte al settore e a queste prospettive, fanno poi notare dalla Sim milanese, ci sono: Erg, Falck Renewables, Alerion Cean Energy, Enel, Terna, e in misura minore A2a (rinnovabili e reti), Iren, Acea ed Hera (per gli investimenti in distribuzione elettrica) e Snam (idrogeno).

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