Bill Hwang, Wall Street trema: ecco chi è l’investitore di Archegos

Bill Hwang con il suo fondo Archegos ha fatto tremare Wall Street.

La storia è nota dopo le ultime cronache: la scorsa settimana dei mercati si è aperta con la crisi dell’hedge fund Archegos Capital Management. Il family office di Hwang, è stato costretto dalle sue banche creditrici a liquidare circa 20 miliardi di dollari di azioni, con effetti pesanti per i conti di Nomura, del Credit Suisse e di altri istituti di credito. La chiusura del titolo Nomura, venerdì scorso, è stata disastrosamente da record: -16,3%.

 

Le origini di Hwang

Tuttavia la personalità di Bill non combacia con la speculazione avvenuta. Figlio di una missionaria impegnata in Messico e di un pastore protestante che lo lascia orfano durante l’adolescenza, Hwang nasce in New Jersey a metà degli anni ’60. Genitori coreani, bilingue, credente: l’investitore era considerato un genio nell’accumulazione aggressiva di denaro, attraverso poche ma robuste scommesse.
<<Leggendo la Bibbia>> affermava Hwang in un video registrato nel 2019 per lanciare “The Grace and The Mercy”, l’iniziativa per la lettura in comune della Sacre scritture, <<ho capito che al Signore piace assegnare le giuste valutazioni a tutto>>.
Plausibile pensare che la sua personalità concedesse poco spazio ai dubbi, tanto da conquistare la fiducia di Wall Street.

 

Le operazioni

Il fondatore e co-ceo di Archegos (la società che ha innescato una svendita finanziaria da 30 miliardi di dollari e che sta mandando a picco titoli in tutto il mondo) è stato capace di farsi prestare dalle più grandi banche di Wall Street 50 miliardi di dollari, finendone per perdere almeno otto.
La sua credibilità, in qualità di investitore affidabile, è stata sicuramente aiutata dalla capacità in passato di moltiplicare per cinquanta il suo patrimonio, passando da duecento milioni e dieci miliardi di dollari in meno di dieci anni. Bill Hwang, insomma, non si è mai presentato come un cinico cacciatore di opportunità speculative.

Il crollo

Tuttavia per Bill Hwang la prima impressione non è bastata. Nell’intervista del 2019 diceva ancora: <<investiamo fra 100 milioni di dollari e un miliardo per azienda>>, ma l’investimento era basato su capitai inesistenti. Spesso le operazioni erano strutturate con una piccola quota di capitale e una grande parte di leva finanziaria (ovvero denaro preso in prestito) in modo da amplificare gli eventuali guadagni. Tecnica diffusa negli hedge fund, non per questo meno rischiosa, poiché l’effetto d’amplificazione coinvolge anche le perdite.

Negli scorsi giorni è proprio quest’ultimo scenario ad essersi avverato. Bill Hwang ha fatto letteralmente tremare Wall Street: le grandi banche, come Nomura, Credit Suisse, Ubs, Morgan Stanley, Deutsche Bank, Citigroup, Bnp Paribas e Goldman Sachs hanno iniziato a liquidare le posizioni di Hwang su titoli cinesi.

Le vendite forzate di grossi blocchi di azioni hanno fatto crollare i titoli delle società coinvolte che si sono deprezzati per 33 miliardi in poche ore. Bill Hwang non è riuscito a reintegrare le posizioni in perdita (cioè fornendo altri titoli di liquidità alle banche a copertura dei prestiti concessi), così la caduta: gli intermediari si sono semplicemente disfatti delle posizioni di Bill.

I punti oscuri

Se il meccanismo alla base del “pasticciaccio” è chiaro, molti sono i punti opachi nella vicenda tra Bill Hwang e Wall Street. Rimane infatti da capire come mai nessuno sapesse granchè delle sue posizioni.
Sicuramente è ipotizzabile abbia fatto gioco forza il comportamento evasivo dello stesso Hwang. Il suo family office per i conti familiari ha sicuramente aiutato nella dissipazione dai radar dell’investitore. Per questo la struttura delle operazioni si componeva soprattutto di derivati e la sua presenza nel capitale rimaneva invisibile.
Ma a quanto pare, non abbastanza.

 

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