Asset allocation: i portafogli per il secondo trimestre di Notz Stucki

La distanza sociale e gli isolamenti che siamo ancora obbligati a rispettare hanno senza dubbio rimodellato il nostro modo di vivere e ciò è stato possibile grazie ad un’accelerazione della digitalizzazione. Quest’ultima, in particolare, ha dato la possibilità di soddisfare molte esigenze emerse durante la pandemia che probabilmente rimarranno tali anche nei prossimi anni, dando la possibilità di valutare interessanti opportunità di investimento di medio-lungo periodo. ecco di seguito la view di Giacomo Calef, Country manager di Notz Stucki.

Se facciamo riferimento agli Stati Uniti, ad esempio, alcuni studi stimano che 1 americano su 4 lavorerà totalmente da remoto nel 2021 ed entro il 2025 la platea di coloro che saranno in Smart-Working potrà salire fino a circa 36 milioni, ovvero un aumento dell’87% rispetto ai livelli pre-pandemici. Inoltre, tra il 2020 e il 2024, potremo assistere ad un incremento considerevole di investimenti diretti nella trasformazione digitale, che potranno raggiungere un totale di $7,8 trilioni di dollari, con focus sullo spostamento dei dati nel cloud, sull’utilizzo di dispositivi tecnologici per la comunicazione e sull’automazione di alcuni processi aziendali.

Tuttavia, il tema della digitalizzazione risulta interessante poiché abbraccia anche settori diversi da quello specifico dell’Information Technology, soprattutto grazie ad un utilizzo sempre più diffuso dei servizi di E-Commerce. A tal proposito, secondo alcuni ricercatori del settore, nel 2020 i consumatori USA hanno speso online $861,12 miliardi di dollari, con un significativo aumento del 44% anno su anno (si veda il grafico), ovvero un livello che, senza la pandemia, non si sarebbe raggiunto almeno fino al 2022.

Uno dei segmenti settoriali che, tra gli altri, potrà trarre un beneficio dallo sviluppo dell’E-Commerce è quello dei consumi discrezionali, che afferiscono a beni non essenziali e maggiormente legati al ciclo economico, come ad esempio quelli legati all’industria online del fashion. Con un valore di mercato globale di 759,5 miliardi di dollari nel 2021, abbigliamento, accessori e calzature costituiscono il settore dell’e-commerce numero uno al mondo e nei prossimi cinque anni il segmento della moda online potrebbe salire fino a 1 trilione di dollari. Pertanto, alla luce delle considerazioni fatte, abbiamo identificato un paniere di titoli azionari ad-hoc, investendo in aziende direttamente legate al tema della digitalizzazione e mantenendo nel contempo un’apprezzabile diversificazione settoriale. In particolare, da un lato, l’Information Technology avrà il peso preponderante, con quasi il 60%, ma, dall’altro, una particolare attenzione verrà posta anche ai Consumer Discretionary, rappresentativi di circa il 20% del portafoglio.

2021: il punto sull’andamento dei mercati nel primo trimestre

Nonostante l’arrivo dei vaccini e le conferme dell’efficacia per contrastare il virus, la pandemia continua ad imperversare ed il motore economico deve ancora dare prova di una concreta ripartenza. Tuttavia, le prospettive sembrano positive e vi sono alcuni elementi che lasciano presagire la possibilità di un significativo rimbalzo. Di seguito vogliamo valutare come si sono comportate le varie classi di investimento nel primo trimestre, con un focus su obbligazionario e azionario.

Obbligazionario – I principali indici obbligazionari hanno registrato performance negative nel primo trimestre, a fronte in particolar modo di un brusco rialzo dei rendimenti sui Titoli di Stato USA, che hanno chiuso il peggior trimestre dal 1980. Il treasury con scadenza a 10 anni ora presenta un rendimento vicino all’1,7% (a inizio anno era 0,9%), con attese, secondo alcuni analisti, per ulteriori rialzi oltre il 2%. Infatti, ora gli Investitori temono che le pressioni inflazionistiche ed un potenziale surriscaldamento dell’economia possano spingere la FED ad aumentare i tassi di policy anche prima del previsto. Le aspettative di tale surriscaldamento, inoltre, potrebbero essere incentivate anche dal nuovo maxi piano da 2.250 miliardi di dollari (USD) del Presidente Biden, che richiederebbe un aumento significativo di acquisti in materie prime per ricostruire e modernizzare le infrastrutture. Per quanto riguarda il comparto obbligazionario preferiamo mantenerci protetti con posizioni a bassa duration e con rendimento possibilmente positivo, in modo da ridurre il rischio di perdite in conto capitale derivanti da ulteriori rialzi dei tassi sulle scadenze più lunghe.

Azionario – I principali indici azionari, come si può osservare dal grafico, stanno registrando complessivamente delle performance positive, grazie alle aspettative di una moderata ripresa post-Covid e al supporto dato dall’ingente liquidità in circolazione. Solo i listini cinesi hanno ritracciato (il CSI 300 registra -5,4% al 24/03), a fronte di una “correzione salutare” del target di crescita annunciato per il 2021 (sopra al 6% contro aspettative di un rialzo del PIL superiore all’8%), con maggiori focus su investimenti strutturali di lungo periodo. Tuttavia, data l’alta dispersione sui mercati, in quest’area preferiamo investire selezionando strategie Long/Short. Per quanto riguarda USA ed Europa, infine, le performance sono positive (S&P 500 $ +3,5% ed MSCI Europe € +6,2% al 24/03), anche se riteniamo opportuno segnalare l’overperformance del Vecchio Continente: le componenti dei relativi indici azionari rispecchiano uno spaccato settoriale più esposto ad aziende cicliche e value, che stanno beneficiando della rotazione dai titoli “stay-at-home” a quelli “back-to-normal”. Per quanto riguarda il comparto azionario noi preferiamo, in ogni caso, avere una visione dell’asset allocation più su trend e temi di investimento piuttosto che sulla geografia, mantenendo un mix ottimale tra settori ciclici e difensivi, nonché tra titoli Value e Growth.

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