Mercati, i fondamentali pesano di più delle correzioni di breve

“L’inflazione è stato l’argomento caldo per eccellenza di questa prima parte dell’anno, ma sembra che gran parte della spesa e delle novità relative alle riaperture sia state ormai prezzata con le aspettative di inflazione che sembrano stabilizzarsi. Solo il tempo ce lo dirà, ma ci aspettiamo che l’aumento dell’inflazione nei prossimi mesi si riveli un movimento transitorio, dato il continuo indebolimento del mercato del lavoro“. Ad affermarlo è di Esty Dwek, Head of Global Market Strategy di Natixis Investment Managers Solution, che di seguito dettaglia la propria view.

Il dollaro si è rafforzato sulla scia dell’aumento del differenziale di tassi tra Stati Uniti ed Europa. Anche se il trade di reflazione potrebbe aumentare leggermente la pressione nel breve termine, dovrebbe incontrare un freno derivante dalle migliori prospettive di crescita degli Stati Uniti. Inoltre, dinanzi a una FED che mantiene i tassi di interesse a breve a zero, i costi di copertura per gli investitori europei sono diminuiti significativamente, aspetto che dovrebbe ulteriormente supportare il biglietto verde. E ancora: i prezzi dell’oro sono rimbalzati dopo aver raggiunto il recente minimo (1.678 dollari l’oncia) anche se rimangono in flessione del 9% da inizio anno.

Settimana scorsa abbiamo riscontrato una sorta di ripresa nel segmento della tecnologia, dei semiconduttori e del Nasdaq, con il growth che ha fatto meglio dei ciclici e del value per la prima volta da gennaio. Tuttavia, crediamo che la rotazione verso i ciclici abbia ancora margine dinanzi a sè. Il rendimento del decennale statunitense ha raggiunto l’1,77% prima dei dati sui salari non agricoli, per poi retrocedere. Ma lo slancio può continuare nel breve termine e continuiamo a conservare una certa cautela sul reddito fisso, anche se crediamo che molte riaperture e spese fiscali siano già state prezzate. I rendimenti core dell’Eurozona si sono stabilizzati, fattispecie che potrebbe limitare un ulteriore rialzo degli Stati Uniti.

Gli spread di credito continuano a mostrare una certa resistenza e ad assorbire parte dell’aumento dei rendimenti: Gli spread investment grade negli Stati Uniti, in Europa e negli Emergenti si sono tutti ridotti, così come gli high yield nelle medesime aree geografiche. La duration più lunga degli indici investment grade e gli spread molto ridotti suggeriscono un margine minore per assorbire i tassi più alti rispetto all’high yield, anche se rimaniamo selettivi su questo segmento dato che il rischio di default non è scomparso.

Nel complesso, anche se le correzioni a breve termine sono possibili, continuiamo ad essere costruttivi sulla base del supporto di base sui fondamentali attualmente evidente: stimolo fiscale, sostegno monetario e utili solidi. Allo stesso tempo, la rotazione in favore dei ciclici dovrebbe continuare, sostenendo segmenti quali energetici, financials e materials, ed are geografiche quali Europa, Giappone e Pacifico ex Jap.

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