La più rencente asta del bond trentennale Usa di riferimento ha registrato una domanda più che robusta. Tanto che il movimento al ribasso dei tassi si è accentuato ulteriormente e ora questo Treasury rende meno del livello di inflazione (2.3% vs 2.6%). Una cosa successa solo altre quattro volte nella storia, come ha osservato Cameron Crise di Bloomberg.
“Personalmente – avverte Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – non so quanto durerà nel tempo questo episodio, ma non mi abituerei a tassi che scendono a fronte di dati di inflazione forti: sul Cpi Usa, come su altre serie, siamo solo all’inizio di una serie di dati robusti e non mi aspetto altri 80 punti base di rialzo del decennale nel secondo trimestre. Tuttavia, direi che un 1.9%-2% entro fine giugno lo potrtemmo vedere”.
Ieri il Cpi Usa relativo al mese di marzo ha sorpreso il mercato al rialzo. Il dato core è uscito a 0.3% ma un altro centesimo in più e l’arrotondamento sarebbe stato a 0.4%. “Le categorie sensibili alle riaperture hanno pesato, ma non sono l’unico driver. Inoltre, nei prossimi mesi queste categorie vedranno ulteriori aumenti dei prezzi. Il dato anno su anno core è a 1.6% più vicino al target. Quello headline, a 2.6%, ai massimi dal 2018. E i prossimi mesi questi effetti aumenteranno”, conclude Sersale.