Mercati, Bce: le previsioni di analisti e gestori

“Mentre è improbabile che la BCE annunci dei cambiamenti nella propria politica, verrà esaminata la sua comunicazione. In particolare, saranno monitorate le questioni relative al concetto di condizioni di finanziamento favorevoli, che sono rimaste sostanzialmente stabili dalla riunione di marzo”. Questa l’opinione di Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM in vista dell’imminente meeting e delle parole di Christine Lagarde.

I tassi a breve termine e le curve dei rendimenti dei titoli sovrani sono sostanzialmente invariati rispetto a sei settimane fa – ma sono leggermente più alti per i bond decennali: “Il significativo aumento degli acquisti promesso attraverso il programma PEPP sembra poco ambizioso, con un aumento di circa tre miliardi di euro a 17 miliardi di euro di acquisti settimanali di asset registrati da marzo” fa poi notare Jung.

Di parere analogo Peter Allen Goves, Fixed Income Research Analyst di MFS IM: “Non ci aspettiamo grandi sviluppi nella politica monetaria dalla riunione della BCE di questa settimana; il PEPP è stato incrementato, l’inflazione si sta innalzando (almeno per il momento) e non ci sono nuove proiezioni macro. La proattività della BCE ha aiutato a controllare la frammentazione delle obbligazioni governative europee (EGB) e probabilmente manterrà i tassi core e gli spread relativamente contenuti per il momento. Gli sforzi congiunti di politica monetaria e fiscale sosterranno probabilmente l’inflazione e più in generale la ripresa. Il successo della politica della BCE, il modo in cui è stata determinante per molti movimenti di mercato unita alla sua capacità di reagire alla situazione pandemica nel corso del 2021, sarà probabilmente un tema di interesse per il reddito fisso europeo nel medio termine. Il mercato sarà probabilmente impaziente di saperne di più sulla politica post pandemica, dato che il PEPP resterà in vigore fino a marzo 2022”.

Ancora, Marion Amiot, senior economist di S&P Global Ratings avverte: “Le prospettive economiche stanno lentamente migliorando grazie alla maggior rapidità della campagna vaccinale nell’Unione Europea. Anche se lo scenario pandemico sta migliorando, le pressioni inflazionistiche sono ancora molto contenute. L’inflazione annuale pari all’1,3% rilevata a marzo è ancora lontana dall’obiettivo fissato dalla BCE (close to but below 2%), soprattutto se si considera che la maggior parte dei fattori che spingono i prezzi al rialzo sono transitori (ad esempio l’energia, gli aumenti delle imposte, ecc.). In questa fase, però, un ulteriore allentamento da parte della BCE non sarebbe necessario. Per questo, nell’ECB Bank Lending Survey, le banche hanno sottolineato che la politica monetaria supporta la crescita dei prestiti, ma manca la domanda di investimenti ed è improbabile che in questo contesto si verifichi una forte accelerazione prima che le misure di lockdown siano rimosse e che la spesa prevista dal piano Next Generation dell’UE supporti la ripresa”.

Proseguendo, Andreas Billmeier, sovereign research analyst di Western Asset Management, parte del gruppo Franklin Templeton afferma: “Per ora, i mercati non sembrano aspettarsi tassi di interesse più elevati anche se la ripresa europea è chiaramente in atto. Ciò potrebbe essere dovuto alla notevole fiducia riposta nella capacità della BCE di assimilare gli asset necessari al mantenimento di tassi di interesse bassi. Non siamo d’accordo: la BCE si è impegnata a evitare aumenti ingiustificati dei tassi di interesse, ad esempio causati da incrementi dei tassi al di fuori del blocco economico. Ma riteniamo che una ripresa sostenibile potrebbe andare di pari passo con tassi di interesse leggermente più elevati e tradursi in più di un recupero con il movimento dei tassi statunitensi, sia nelle economie mondiali core che in quelle periferiche. Per questo motivo, riteniamo che la BCE possa ridurre nuovamente la velocità del programma di acquisti di asset nel corso della riunione di giugno, quando ci saranno nuove e più positive previsioni macroeconomiche”.

Infine, François Rimeu, senior strategist, de La Française AM sostiene: “Ci aspettiamo che durante il consiglio del 22 aprile la BCE confermi l’attuale politica monetaria. L’Eurotower confermerà probabilmente le misure adottate a marzo per accelerare il ritmo degli acquisti nell’ambito del programma di acquisto di emergenza pandemico (PEPP), sapendo che a giugno sarà rivisto in concomitanza delle previsioni economiche aggiornate. Le condizioni finanziarie non si sono inasprite rispetto all’ultima riunione, ma il consiglio generale guarderà con attenzione lo studio sui prestiti bancari che sarà pubblicato il 20 aprile. Christine Lagarde manterrà un tono molto accomodante a causa delle deboli prospettive a medio termine per l’inflazione, nonostante l’aumento delle pressioni a breve termine. Per mantenere un ampio consenso all’interno del board, è probabile che ponga l’accento sulla flessibilità del PEPP se le condizioni finanziarie dovessero cambiare significativamente nel prossimo futuro. Per quanto riguarda le prospettive economiche a breve termine, il consiglio generale manterrà probabilmente un tono cauto a causa degli alti tassi di contagio da COVID-19 e dei lockdown che ne seguono in diversi Paesi europei. Guardando al futuro, la BCE potrebbe avere una visione più ottimistica grazie al miglioramento degli indicatori economici, delle campagne di vaccinazione in corso e dell’ambiente internazionale più sereno. Come al solito, ci si aspetta che il presidente Lagarde sottolinei il ruolo chiave del pacchetto Next Generation EU e l’importanza che esso entri nella fase operativa senza ritardi. Nel complesso, non pensiamo che questa riunione avrà un impatto significativo sui mercati finanziari”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!