Reti, ecco la classifica degli ad più generosi

In testa a tutti c’è Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali, tallonato da Pietro Giuliani che guida Azimut e un gradino più indietro da Carlo Rosa, amministratore delegato di Diasorin. La classifica un po’ particolare basata sui calcoli di Intermonte sim riguarda i manager operativi che negli ultimi 5 anni hanno distribuito il dividendo per azione più alto. Con l’ultima cedola da 3,3 euro deliberata da Banca Generali e relativa al bilancio 2020, Mossa può contare su ben 8,07 euro distribuiti nell’ultimo quinquennio e ha superato gli 8 euro riconosciuti agli azionisti da Giuliani nello stesso arco di tempo.

Più staccata Diasorin, che nel 2020 ha incrementato il dividendo a 1 euro (5 centesimi in più rispetto al 2019), ma che nel periodo 2015-2020 ha distribuito 6,95 euro in totale. Scendendo dal podio ma rimanendo nella top ten troviamo Generali Assicurazioni (che controlla il 50,17% di Banca Generali) con 5,48 euro e poi un’altra azienda del settore farmaceutico, ossia Recordati, azienda guidata da Andrea Recordati, che ha corrisposto 5,12 euro in cinque anni.

Il terzetto che segue invece appartiene al business dell’energia. Sesto, settimo e ottavo posto vanno a Erg, (dividendo 2020 uguale a quello 2019), Eni (cedola più che dimezzata) e Acea che ha invece aumentato nel 2020 che hanno distribuito tutte fra 4,04 e 4,9 euro dal 2015. Infine ci sono Atlantia, che ha staccato cedole per 3,97 euro negli ultimi 5 anni ma che da due esercizi non paga dividendi e chiude la top 10 Ferrari con 3,75 euro.

Già solo considerando le prime dieci posizioni, ci sono più di 4 euro di differenza tra la ricchezza creata da Mossa e quella di Ferrari, che però è quotata solo dal 2016 e che ha anche cambiato più volte manager al timone, con l’ultimo avvicendamento che ha visto John Elkann prendere il posto di Louis Carey Camilleri.

Interessante notare come dietro questi valori ci siano scelte precise manageriali. Nel caso di Banca Generali, la politica di dividendi 2019-21 promossa da Mossa e approvata dal cda prevede un pay-out ratio del 70-80% degli utili generati nel periodo, in linea con le scelte di una banca come Intesa Sanpaolo. Un valore che si confronta con una media italiana che prevede payout intorno al 40%, come riportato da dividends ranking.

Le scelte di Mossa e quegli 8,07 euro distribuiti negli ultimi 5 anni trovano conferma anche nel dividend yeld, ossia nel rendimento offerto dal titolo. Dalle analisi elaborate dall’ufficio studi di Equita emerge in prima posizione Banca Generali con un dividend yield dell’11% seguita da Banca Mediolanum con il 9,7%, Generali con l’8,7%, UnipolSai con il 7,5%, la stessa Equita con il 6,7%, Unipol (holding) con il 6%, le risparmio di Tim con il 5,8%, Snam con il 5,3%, Azimut con il 5,3% e A2A con il 5,2%.

Il risparmio privato sotto i riflettori del mercato

Non stupisce vedere molte società del risparmio gestito in testa, visto che da mesi sono sotto i riflettori degli investitori che hanno apprezzato sia i risultati raggiunti, sia come detto la capacità di trasformare questi risultati in ricchezza per gli azionisti che hanno scommesso sulle azioni. A fine aprile è stata Barclays a iniziare la copertura di quattro società italiane del risparmio gestito dando un giudizio overweight a Banca Generali e a Banca Mediolanum e un equal weight a Fineco e Azimut. “Abbiamo una visione positiva sul settore per tre ragioni”, spiegano gli analisti, “la flessibilità nel modello di generazione di ricavi, l’efficacia della rete distributiva basata su consulenti finanziari o piattaforme finanziarie e una leva operativa in miglioramento”.

La strategia dei ceo che hanno staccato le cedole più ricche dà i suoi frutti. Nel caso di Banca Generali, sempre Barclays spiega che il potenziale di sviluppo dato dal prossimo business plan e la sua valutazione “rendono il titolo molto attraente”, aspetti peraltro “sottostimati dal consenso degli analisti”. L’investment bank prevede che la trimestrale che la banca pubblicherà l’11 maggio prossimo “farà da catalizzatore all’azione in quanto mostrerà solide commissioni di performance, ma anche commissioni di gestione sostenute”. E così Mossa si gode il plauso dei suoi azionisti, che si godono il mix derivante da conti in crescita e payout ratio al top in Italia.

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