Stipendi, Arpe batte Beckham al fotofinish

Malgrado pochi appassionati conoscano ormai il nome della squadra che ospita le sue, sempre meno numerose, imprese (si tratta dei L.A. Galaxy n.d.r).

Alle sue spalle, nella classifica stilata da Forbes che ha analizzato gli stipendi dei top player del pallone nel 2007, si piazzano due calciatori che hanno chiuso la stagione in chiaroscuro come Ronaldinho (23,8 milioni) e Thierry Henry (18,3). Medaglia di legno, invece, per Ronaldo. Tra infortuni veri sul campo, e incidenti non meno gravi patiti fuori, l’ex fenomeno del calcio mondiale può consolarsi con 15,5 milioni, tra sponsor e emolumenti, rastrellati nel 2007.

Al quinto posto segue, invece, quello che viene considerato oramai il vero Ronaldo, ovvero il portoghese Cristiano, la stella del Manchester in predicato di passare al Real, che ha chiuso il 2007 con un bilancio in positivo per 13,5 milioni.

Solo al settimo posto, e primo degli italiani, c’è Fabio Cannavaro che guadagna 12,8 milioni di euro, seguito al 12° da Francesco Totti con 11,8 milioni e Alessandro Del Piero che si ferma al 15° con 10,4 milioni. A chiudere la classifica dei 20 paperoni del calcio c’è il portierone del Bayer, Oliver Kahn, che si “accontenta” di 7,5 milioni di euro.

Numeri impressionati, che tuttavia non fanno impallidire i manager italiani. Anche se il nostro sistema industriale e finanziario si sforza di tenere il passo con il resto d’Europa, per quanto riguarda il fronte stipendi l’Italia conferma la sua vitalità. Basti pensare che con i suoi 37,4 milioni lordi Matteo Arpe (nella foto) batte, seppur di poco, Beckham e Cesare Geronzi, divenuto dopo la fusione con UniCredit presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, può contare su 23,65 milioni lordi piazzandosi a solo 200 mila euro di distanza da Ronaldinho, uno che sul fronte dribbling non ha nulla da invidiargli.

Matteo Arpe fondatore e a.d. di Sator GroupIn linea con gli emolumenti di Thierry Henry, prossimo pericolo numero uno per la difesa azzurra, lo stipendio di Riccardo Ruggiero. Con i suoi 17,28 milioni il neo-senior adviser della società di private equity internazionale Permira, guadagna poco meno di Totti e Del Piero messi assieme.

Stipendi d’oro in ogni caso, ma con una sottile differenza.
Anche gli “dei” del pallone hanno da giustificare ai loro azionisti benefit monstre e bilanci in rosso? Certamente no. Al limite possono preoccuparsi di un rigore sbagliato o imbarazzarsi per una notte “brava”.

Niente al confronto, per esempio, di un Luigi Zunino, presidente e a.d. di Risanamento, che nel 2007 si è portato a casa 4,79 milioni, con un plus del 15% rispetto all’anno precedente, nonostante il suo gruppo abbia accusato un aumento delle perdite da 9 a 91 milioni.

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