Barclays Capital e l'inflation trading

Per spiegare i motivi di questo crescente interesse l’esperto evidenzia alcuni interessanti market development: «la prima causa è certamente ascrivibile alla crescita di tutti gli indici delle commodity, che per effetto del forte aumento della domanda da parte di Cina e India, hanno avuto un effetto immediato sull’inflazione reale». Parallelamente l’esperto si attende una sensibile revisione al rialzo anche delle stime relative all’inflazione attesa.

«I sondaggi sulle aspettative inflazionistiche effettuati dalla banca d’Inghilterra e dall’università del Michigan – specifica Azzollini – mostrano i valori più elevati dell’ultimo decennio».

Inoltre l’interesse da parte fondi pensione e delle assicurazioni, oltre che l’appeal presso gli investitori retail e la maggiore disponibilità di strumenti, sta dando un’ulteriore spinta a questo mercato, in particolar modo nell’Europa continentale. «Alcuni investitori istituzionali stanno seguendo uno stile d’investimento liability driven investment, molto popolare nel Regno Unito, grazie al quale riescono a contenere i rischi di investimento non desiderati attingendo all’ampio mercato degli swap».

Sul modesto aumento dei tassi di interesse paventato dalla BCE, l’esperto ritiene che la manovra di Trichet rappresenti un tentativo concepito non tanto per contrastare l’ulteriore crescita delle pressioni inflattive «quanto piuttosto per stabilizzarne gli effetti». «L’ago della bilancia è rappresentato dalle commodity – conclude Azzollini – Poiché riteniamo che il loro trend segua una demand story piuttosto che una supply story, ci aspettiamo che l’inflazione si attesti sul 3,5 – 4% almeno per i prossimi 9-12 mesi».


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