Zero SGR punta sugli speculativi

”I fondi retail – ha dichiarato il manager – hanno subìto un rallentamento, causato della crisi subprime, che li ha portati ad essere un prodotto poco appetibile per la clientela finale delle banche collocatrici. Mentre i fondi riservati hanno registrato buone performance, grazie agli ingenti apporti di investitori istituzionali come Generali e Banco Popolare”.

Per quanto riguarda, invece, l’esperienza della SGR, guidata da Scordino, entrata nel mercato italiano nei primi mesi del 2007, con fondi speculativi innovativi e sofisticati per una clientela composta esclusivamente da investitori qualificati, italiani ed esteri, i suoi fondi sono stati impegnati in attività di valorizzazione e trading sia nella vendita che nell’acquisto di immobili. “Ci siamo focalizzati su questa tipologia di prodotti – ha aggiunto l’a.d. – perché è stata introdotta nel nostro paese da circa 3 anni e riteniamo che ci siano ancora forti margini di sviluppo”. L’attività della società di gestione milanese si è focalizzata nel creare valore dagli asset presenti in portafoglio attraverso il miglioramento dello stato conservativo e qualitativo degli immobili, con interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione e attraverso l’incremento dei ricavi, dando in locazione alcuni beni e rinegoziando i contratti in scadenza di altri.

E nel prossimo semestre la SGR si propone di continuare a consolidare le proprie capacità organizzative, “dando maggiore rilievo – ha sottolineato Scordino – alla istituzione di fondi sempre speculativi sia specializzati, con un portafoglio caratterizzato da una destinazione d’uso prevalente, sia bilanciati, con un portafoglio suddiviso in più destinazioni d’uso e quindi con una maggior ripartizione del rischio”. E i settori sui quali Zero punterà, data la compressione dei rendimenti negli ultimi tempi, saranno quelli che hanno spinto gli investitori istituzionali a spostarsi gradualmente dai classici comparti uffici e commerciale verso asset class solo fino a pochi anni fa ritenute di nicchia quali la logistica, gli hotel e le RSA.

E sulla decisione da parte della Commissione europea di aprire il mercato ai fondi immobiliari aperti armonizzati, Scordino ha concluso affermando che: “in Italia esistono già dei fondi immobiliari semi-aperti che, anche se poco conosciuti, hanno consentito ai quotisti che intendevano smobilizzare anticipatamente il loro investimento di uscire a Nav senza subire il tipico sconto di Borsa.

Probabilmente l’introduzione dei fondi aperti si sostanzierà in prodotti con finestre temporalmente più ravvicinate ma in ogni caso, data la natura del sottostante, non si arriverà mai a fondi aperti come quelli mobiliari. Presumibilmente il vantaggio maggiore deriverà dal concetto di armonizzazione, che consentirà di offrire anche su altri mercati europei i fondi immobiliari di diritto italiano”.
 

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