Investiamo nella crescita strutturale e di lungo termine dei consumi, e alcune società – come quelle del lusso, dei sistemi e delle carte di pagamento, così come dei viaggi – hanno sofferto molto per i vari lockdown nel 2020 ma beneficeranno molto delle riaperture. Per i settori dei viaggi e dell’entertainment stiamo già assistendo a una forte accelerazione che ha portato il settore a recuperare le perdite del 2020.
Un’altra tendenza di grande attualità è quella legata al cibo
Oggi assistiamo a una sempre maggiore attenzione verso cibi sani e prodotti in maniera sostenibile, anche se nel modo ci sono ancora 1,9 miliardi di persone in sovrappeso, con patologie che vanno a incidere sul settore sanitario e su quello assicurativo. L’attenzione verso il cibo è vigorosa tra i Millennial, sempre più consapevoli degli effetti del cibo prodotto industrialmente sulla salute fisica, ma anche su quella del pianeta. La Generazione Z è molto attenta a cercare alimenti che oltre a essere più sani, siano prodotti in modo sostenibile, e questa consapevolezza si sta estendendo a cascata anche sulle altre generazioni.
In tal senso, ci stiamo concentrando sui prodotti caseari di origine vegetale. Oggi hanno una penetrazione del mercato solo dell’1%, dato che la barriera di prezzo rispetto alle carni o latticini è ancora elevata ed incide sulle scelte dei consumatori. Ma nel lungo termine l’iniziativa dei governi per incentivare la popolazione a ridurre il consumo di “cibi spazzatura”, in favore dell’aumento dei consumi di cibi sani – tramite la sugar tax per esempio – farà sì che nel lungo periodo i consumatori si orientino verso scelte più genuine. Per questo motivo stiamo guardando anche alle società che producono ingredienti sostenibili e naturali, che beneficeranno della sempre maggiore attenzione posta dai consumatori verso le “etichette trasparenti”. Il consumo più consapevole in ambito alimentare, che incide per circa il 25% delle emissioni di gas serra globali, rappresenta un ambito in cui l’adozione di modelli di produzione più sostenibili può fare la differenza.
In generale i consumatori si occupano molto di più di cura del corpo – sia dentro che fuori, e il cibo è uno di questi aspetti – e possiamo infatti parlare di “caring economy”. La domanda per i settori coinvolti si è dimostrata resiliente anche durante la pandemia, con un incremento nel 2020 per la cosmesi – anche maschile – e la cura delle persone più anziane.
Poi c’è il tema della cura degli animali domestici: da detentori di animali ci stiamo trasformando in genitori di animali, e questo cambiamento ha portato a un incremento della domanda di servizi e della spesa verso la salute degli animali stessi, non più concentrata solo sul cibo. Negli Stati Uniti l’anno scorso la domanda di animali domestici è cresciuta del 4% quando normalmente è del 1% annuo, con la registrazione addirittura della scarsità sul mercato di alcune tipologie di animali. La pet economy rappresenta dunque opportunità di crescita di lungo termine.