Uno dei motivi per cui crediamo che l’inflazione sia un elemento positivo, riguarda la sostanziale crescita “sincronizzata” del mercato azionario, che infatti tende ad assorbire integralmente l’inflazione stessa.
Il mercato azionario a partire da novembre ha registrato ottime performance, più per i titoli ciclici che per quelli growth. Mentre le azioni growth (ossia quelle azioni che sono “sopravvalutate” rispetto al proprio valore di bilancio, generalmente le “technology companies”), hanno perso lo slancio di cui hanno goduto durante la prima fase della pandemia, quelle cicliche (che hanno sofferto maggiormente sotto il periodo pandemico) sono quelle che beneficiano maggiormente dalla ripresa economica.
Infatti, la performance positiva delle azioni cicliche è supportata dall’impennata dalle curve di rendimento, dall’incremento del prezzo delle commodities (ad esempio la soia ed il rame). Stimiamo che nel settore delle cicliche, le azioni che stanno maggiormente performando sono quelle appartenenti al settore bancario e a quello energetico. Infatti, per entrambi i settori crediamo ci sia un’importante opportunità di ripresa economica ancora non realizzata, che sostanzialmente rappresenterebbe anche un buono strumento per coprirsi dal rischio dell’aumento dell’inflazione. In contropartita, stimiamo che le growth non beneficerebbero così a lungo della crescita del mercato, soprattutto a causa della loro intrinseca long duration (la duration in un investimento azionario rappresenta il tempo necessario affinché il titolo ripaghi, con i dividendi, il capitale investito inizialmente). Pertanto, in questo scenario non solo stimiamo che le azioni cicliche siano profondamente sottovalutate rispetto al loro valore in bilancio, ma sono anche quelle che beneficeranno maggiormente nel lungo termine dalla ripresa economica.