Asset allocation: la cybersecurity per il portafoglio

La pandemia ha dato un notevole impulso alla trasformazione digitale delle economie, con una crescente necessità per le aziende di potenziare le proprie piattaforme digitali per la gestione dei dati. Tuttavia, ciò ha avuto un costo: ad esempio Colonial Pipeline, gestore del più grande sistema di oleodotti negli USA, ha subito un dannoso attacco informatico negli scorsi giorni, che ha costretto l’azienda a sborsare circa cinque milioni di dollari dollari per ripristinare i sistemi.

Non si tratta dell’unico crimine informatico accaduto nel periodo pandemico: l’attacco hacker dello scorso anno a SolarWinds, società texana che fornisce servizi di gestione delle reti aziendali, ha compromesso i sistemi interni di circa 100 aziende private e circa nove agenzie governative.

“Le aspettative di crescita degli investimenti globali in Cybersecurity sono significativamente in rialzo per il 2021, con una stima del +10% su base annuale nello scenario migliore, ovvero assumendo che non emergano ulteriori complicazioni della situazione sanitaria. Nello scenario peggiore, in ogni caso, i budget aziendali destinati alla sicurezza informatica dovrebbero comunque rimanere prioritari e l’incremento annuale del mercato dovrebbe attestarsi a valori attorno al +6,6% circa”.Parola di Giacomo Calef, Country manager di Notz Stucki, che di seguito dettaglia la propria view e il proprio outlook sul settore.

A sostegno di ciò, inoltre, le risorse stanziate dai Governi potrebbero essere sempre più corpose. Negli Stati Uniti, ad esempio, l’amministrazione Biden lo scorso mese ha rilasciato un budget fiscale per il 2022 che prevede 2.1 miliardi di dollari per l’agenzia di Cybersecurity e di sicurezza delle infrastrutture, ovvero 110 milioni in più rispetto al 2021. Inoltre, saranno previsti 500 milioni di dollari per il Technology Modernization Fund, nonché 700 milioni in riserve federali dedicate e altri 128 al National Institute of Standards and Technology per la ricerca in ambito tecnologico.

Il tema della Cybersecurity, pertanto, risulta interessante per quella parte dei portafogli azionari da dedicare ai trend digitali di lungo periodo e sul mercato vi è anche la possibilità di trovare player puri che oggi godono di un’importante fetta di mercato.

Tra gli altri, in particolare, vorremmo menzionare Palo Alto Networks. Secondo l’azienda la necessità di implementare una struttura Cloud ben protetta sta divenendo fondamentale e la tipologia di attacco subito da Colonial Pipeline, il ransomware, attraverso cui gli hacker richiedono un pagamento di un riscatto prima di ripristinare l’accesso ai file dei computer infettati, sta incidendo sempre di più sui bilanci: il riscatto medio risulta 850mila dollari nel 2021, dopo essere raddoppiato nel 2020 rispetto al 2019.

Lo spettro inflazione sui mercati

Fin dall’annuncio dell’efficacia dei vaccini, i mercati azionari, a livello globale, hanno registrato rialzi significativi, senza incorrere in periodi di correzione particolarmente marcata. Come si può osservare dal grafico sotto riportato, l’MSCI All Countries World Index non registra un drawdown del 5% da circa sei mesi, ovvero un record che non si vedeva dal 2017.

Nell’ultimo mese, tuttavia, l’ampiezza delle oscillazioni sui mercati sembra aver registrato un aumento: l’indice VIX, rappresentativo della volatilità implicita delle opzioni sull’S&P 500, è passato da valori poco superiori a 18 di fine aprile ad avere scavalcato la soglia dei 22 punti. Tra gli altri, il fattore di rischio che di recente sta minando la tenuta dei massimi storici, riguarda lo spettro dell’inflazione. Mercoledì l’Eurostat ha pubblicato il dato per la zona euro ed i mercati hanno virato in ribasso, con l’Euro Stoxx 50 che ha accusato un calo del – 1,7%. Ad aprile, in particolare, il tasso di inflazione annuale ha segnato un +1,6% contro il +1,3% di marzo, con un forte contributo al rialzo da parte dei beni energetici: ben +0,96%. Negli USA, invece, la Federal Reserve ha pubblicato i verbali dell’ultima riunione di aprile, confermando che la fiammata dell’inflazione rappresenta un fenomeno transitorio, dovuto principalmente alla combinazione tra la repentina ripresa economica e la strozzatura delle supply chain globali. Rispetto ad un anno fa, infatti, il prezzo di alcune materie prime quali acciaio, rame, petrolio e mais è raddoppiato. Il Comitato della Banca centrale americana ha anche osservato che gli obiettivi di politica monetaria devono ancora essere raggiunti: ad esempio l’occupazione a libro paga segna ancora un buco di 8.4 milioni di posti di lavoro per tornare a livelli pre-pandemici. Tuttavia, nel documento ufficiale emerge un punto di attenzione: secondo alcuni funzionari, se l’economia dovesse continuare a recuperare terreno velocemente, si potrebbe cominciare a discutere di un aggiustamento degli acquisti di asset. Dunque, solo con i prossimi dati economici e l’andamento dei contagi potremo sapere con maggior certezza come si muoverà la Banca Centrale, ma sulla base dei sondaggi condotti dall’Open Market Desk della FED, gli operatori di mercato si attendono che dall’inizio del tapering al termine definitivo degli acquisti netti (ad oggi sono $180 miliardi al mese) passeranno circa tre trimestri e probabilmente ne serviranno altri tre prima che avvenga un rialzo del costo del denaro. Ovviamente molto dipenderà dall’andamento dei dati, ma, probabilmente, ancora per diversi mesi la politica monetaria sarà fortemente accomodante.

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