Asset allocation: convertibili, un paracadute per le società colpite dal Covid

L’emissione di convertibili nel 2020 ha registrato un record assoluto, infrangendo il precedente – raggiungendo un valore di 138 miliardi di dollari (269 deal), il massimo dal 2007, in aumento del 94% rispetto ai 71 miliardi di dollari del 2019. Il mercato globale delle convertibili ha raggiunto così circa 488 miliardi di dollari alla fine dello scorso anno, con circa mille emissioni. A farlo notare è Nicolas Cremieux, Co-Head del Convertible Bond Team di Mirabaud Am, che di seguito dettaglia la propria view.

L’anno scorso, inoltre, le convertibili si sono dimostrate una fonte di salvataggio finanziario per le compagnie aeree, per il settore viaggi e tempo libero, e per il retail, attività colpite dalla pandemia, in un periodo in cui era più difficile ottenere finanziamenti con altri metodi – come, per esempio, attraverso il canale bancario.

Sono sempre di più gli investitori che apprezzano le caratteristiche uniche di rischio-rendimento delle convertibili, legate alla convessità, impossibili da replicare combinando singolarmente azioni e obbligazioni. Infatti, quest’ asset class cattura tra il 40% e il 70% dei rialzi azionari a seconda di quanto si riducono gli spread, con una volatilità fino a due volte inferiore. Inoltre, riduce il rischio di perdersi una ripresa del mercato o di subirne un calo, poiché è l’unica a offrire una partecipazione immediata e solida ai mercati azionari con una protezione dai ribassi. L’inclusione di obbligazioni convertibili in un portafoglio bilanciato offre inoltre una misura di copertura contro l’inflazione, riduce l’esposizione ai tassi d’interesse e al contempo porta il beneficio aggiuntivo implicito dell’esposizione azionaria.

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