Asset allocation, banche europee: trimestre super ma il meglio deve ancora venire

La stagione degli utili per le banche europee è ormai al termine – e si può dire che i risultati abbiano superato le aspettative. Nel primo trimestre del 2021, il livello di utile aggregato pre- tax delle banche europee è stato più del triplo rispetto allo stesso trimestre del 2020 e, forse più impressionante, quasi il 20% in più rispetto ai primi tre mesi del 2019.

“In questo scenario troviamo però curioso che l’indice bancario europeo rimanga a sconto rispetto al termine della stagione degli utili del primo quarto 2019“. Lo segnala Mark Conrad, portfolio manager di Algebris, che di seguito dettaglia la propria view e il proprio outlook.

Le banche europee hanno collettivamente battuto le aspettative sugli utili del 50% e non si tratta di un caso isolato, poiché segna il terzo trimestre consecutivo in cui le stime sono state battute del 45% o più. Il sell-side ha ancora molto da recuperare e guardando ai numeri aggiornati, sembra che le stime sugli accantonamenti rimarranno particolarmente caute, ma ci aspettiamo ulteriori aggiornamenti a stretto giro. Osservando le stime attuali, pensiamo che le banche europee trattino ancora significativamente a sconto, scambiando su multipli pre-provisionali di circa 4,5 volte, uno sconto sano rispetto alle medie storiche, ma soprattutto la metà rispetto alle banche statunitensi. Stime alte e valutazioni a sconto è una combinazione tipicamente ideale per fare soldi – in più questo autunno ci aspettiamo rendimenti da dividendo più alti. In conclusione, a nostro avviso, le banche europee hanno ancora molto da offrire.

Dati macro – Dopo gli USA, anche l’Europa sorride

La ripresa economica continua ad accelerare in Europa, sostenendo il contesto per le banche europee. Man mano che la diffusione dei vaccini prende piede, i sondaggi tra le imprese e i consumatori iniziano a riflettere un crescente ottimismo a favore della ripresa. La settimana scorsa abbiamo visto i PMI (Purchasing Managers Index) dei Paesi avanzati europei raggiungere un nuovo massimo (56,9), spinti soprattutto dal settore dei servizi, sotto pressione dall’inizio della pandemia e ora sopra i livelli pre-Covid. Anche l’indice sulle aspettative dell’IFO tedesco (Information und Foschung) – un forte indicatore dell’attività economica – è salito questa settimana ad un livello visto solo una volta nell’ultimo decennio. Guardando al futuro, le elezioni in Germania potrebbero fornire un ulteriore scossone ai piani di stimolo fiscale in tutta Europa, dato che il partito dei Verdi sembra ben posizionato per assumere un ruolo di primo piano nel nuovo governo tedesco.

M&A negli USA – Senza soluzione di continuità…

In USA le M&A continuano ad essere protagoniste. Questa settimana, BGC Partners, presente all’interno del nostro portafoglio azionario, ha annunciato la vendita della sua attività di brokeraggio assicurativo alla società britannica Ardonagh per 500mld di dollari. Un’offerta che rappresenta quasi il 20% del market cap di BGC Partners per un segmento di attività che genera meno del 10% delle entrate del gruppo e al quale gli investitori non attribuiscono pressoché alcun valore. Gli introiti saranno impiegati dal gruppo per alimentare i buybacks, particolarmente significativi per l’EPS poichè le azioni trattano oggi a solo sette volte gli utili. Pensiamo che il prossimo passo per BGC Partners sia la monetizzazione di Fenics, branch, di grande valore, di intermediazione elettronica – nonostante pensiamo l’accordo varrà la metà del multiplo P/vendite, rispetto a competitors come Tradeweb e MarketAccess, l’operazione potrebbe superare il valore di mercato corrente della società di 2.9 mld e lasciare intatti i business restanti (che generano la maggior parte dei guadagni dell’azienda).

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