Il lockdown imposto dall’emergenza sanitaria penalizza i risultati 2020 di Fope. I ricavi segnano un calo del 26% a 26 milioni, mentre l’Ebitda scende del 42% a 3,9 milioni ed ancora più forte è la contrazione dell’Ebit: meno 57% a 2,3 milioni. L’utile netto risulta poi più che dimezzato a 1,7 milioni (4,9 milioni nel 2019), ma aumentano i debiti. L’azienda orafa, ancora controllata dalla famiglia Cazzola dopo l’annullamento dell’acquisto da parte di CoMo Srl, passa infatti da un sostanziale pareggio a 2,4 milioni di debiti finanziari netti. Il permanere dell’incertezza sulla ripresa dei mercati pesa anche sulle proiezioni per il 2021 perché non consente al management di sciogliere le riserve, anche se i primi mesi sono stati positivi. Ecco di seguito l’analisi fondamentale su Fope di Market Insight.
Il modello di business di Fope
Fope, storica azienda orafa italiana fondata a Vicenza nel 1929, opera a livello mondiale nel settore della gioielleria di alta gamma attraverso un consolidato e selezionato network di oltre 600 punti vendita in 50 Paesi, con il mercato americano, arabo e inglese, presidiati direttamente attraverso società controllate.
Il modello di business prevede relazioni commerciali dirette con le gioiellerie multi-brand (indipendenti o appartenenti a gruppi) specializzate in prodotti di lusso quali orologi e gioielleria di alta gamma (nessun distributore intermediario ma partnership che garantiscono fidelizzazione e affidabilità del cliente/gioielliere e un ottimo after-sale service).
L’intero processo produttivo avviene nella sede vicentina, dalla fase di prototipazione alla spedizione dei gioielli pronti per la vendita.
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