Asset allocation, iniezione di fiducia per i mercati emergenti

La pandemia ha creato una frattura tra i mercati emergenti e i mercati sviluppati e le limitazioni alla fornitura di vaccini contro il COVID-19 hanno rallentato la distribuzione nei primi mercati rispetto ai secondi.

Ci sono state alcune note positive: la Cina, la Russia, il Cile e l’Europa centrale e orientale hanno intensificato il ritmo delle vaccinazioni.  Si prevede un’accelerazione anche per l’India, che dal marzo 2021 è alle prese con una forte impennata di contagi e decessi e, trattandosi di un polo globale per la produzione dei vaccini, si trova in una posizione di vantaggio nei confronti di altri mercati emergenti in termini di vaccinazione anti-COVID.

Per ora il sentiment negativo sembra offuscare le prospettive per i Paesi dei mercati emergenti, dato che questi ultimi sono rimasti bloccati alla fase di picco della pandemia. Tuttavia, quando supereranno il momento critico e i tassi di vaccinazione prenderanno quota, le economie dei paesi in questione riprenderanno la strada verso la piena ripresa“. A farlo notare è Aneeka Gupta, direttrice della ricerca di WisdomTree, che di seguito dettaglia la propria view.

È importante tenere presente che i mercati emergenti continuano a rappresentare un’occasione di crescita pluriennale e la loro attuale sottovalutazione rispetto ai concorrenti mondiali costituisce un’opportunità allettante. La congiuntura economica attuale (debolezza del dollaro USA, forte momentum degli utili, aumento dei prezzi delle materie prime) li favorirà nel lungo periodo.

Le azioni dei mercati emergenti sono scontate rispetto al resto del mondo

La debolezza del dollaro statunitense dovrebbe favorire i mercati emergenti

Poiché la maggior parte dei progetti degli emergenti è finanziata in dollari USA, un indebolimento di questa valuta avvantaggia le economie dei mercati emergenti perché rafforza la loro crescita e fa salire i prezzi delle materie prime.

Alcuni funzionari della Fed hanno dichiarato pubblicamente che il ridimensionamento degli stimoli monetari dovrebbe cominciare quanto prima, discutendo direttamente la possibilità di attuarla già nel 2021. Questa volta le economie dei mercati emergenti sono in una posizione migliore per far fronte ai rischi di tale ridimensionamento in virtù delle migliori posizioni esterne, grazie a disavanzi più contenuti e ad avanzi di conto corrente inferiori rispetto al 2013. Attualmente sembra che il mercato prezzerà solo due aumenti dei tassi entro la fine del 2023.

L’Europa orientale e l’Asia guidano la crescita degli utili   

La crescita degli utili è stato uno dei principali driver dei rendimenti azionari degli emergenti: nel primo trimestre, per il 45% della capitalizzazione di mercato considerata, gli emergenti hanno registrato nel complesso un aumento degli utili del 5,8%.

Tra le maggiori sorprese del mercato, la regione che comprende Europa orientale, Medio Oriente e Africa è stata la più forte (+12%), anche grazie all’apporto degli utili russi, seguita dall’Asia-Pacifico (6%) – escluso Giappone – e dall’America latina (+5%). L’economia della Russia si è rafforzata fin dall’inizio del 2021 e negli ultimi anni il rendimento dei suoi dividendi è aumentato, mettendo a segno un 7,4% rispetto ai grandi mercati globali. L’imminente stagione dei dividendi (che in Russia dura da maggio a luglio) imprimerà probabilmente un ulteriore slancio ai titoli azionari russi. L’aumento dei prezzi del petrolio ha avuto esiti contrastanti, favorendo esportatori come la Russia e l’America Latina a scapito di importatori come la Cina e l’India; i titoli azionari asiatici emergenti, trainati da Cina, Taiwan e Corea del Sud, hanno tratto vantaggio dalla riapertura dell’economia globale grazie alla loro propensione per le esportazioni.

La Cina è riuscita a sostenere la sua economia nonostante lo shock causato dal COVID ed è stato uno dei primi paesi a riprendersi dalla pandemia; di fatto, il suo forte rimbalzo ha ispirato ai responsabili politici la fiducia per ritirare il sostegno ciclico. Prevediamo un rallentamento graduale per l’economia cinese e, in seguito, un impatto contenuto sui mercati emergenti. Tra i settori di questi Paesi, quelli che hanno realizzato gli utili più elevati sono le utilities (+39%), i materiali (+27%) e i beni di consumo voluttuari (+15%, con un +22% per il settore automobilistico). La transizione verso una nuova normalità rappresentata da lavoro, didattica e intrattenimento a distanza dovrebbe alimentare gli utili nel settore tecnologico.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!