Asset allocation: perché bisogna tornare a puntare sui mercati emergenti

I mercati emergenti rappresentano ancora un’ottima opportunità d’investimento, anche se accostarsi a loro richiede un certo grado di conoscenza. Addentrarsi nel mondo degli emergenti, infatti, significa trovare all’interno un vasto numero di civiltà e mercati con caratteristiche uniche. Per questo è utile approfondirne i tratti salienti, senza fermarsi a luoghi comuni che potrebbero far perdere occasioni di rendimento interessanti o sottovalutare eventuali rischi”. Ad affermarlo è Paolo Paschetta, Country Head Italia di Pictet AM, che di seguito illustra il proprio outlook.

Queste aree del mondo – dall’Asia all’America Latina, passando per Africa, Est Europa e Medio Oriente – sono in alcuni casi caratterizzate da instabilità politica ed economica. Inoltre, lo shock esogeno causato dalla pandemia ha colpito duramente alcuni di questi mercati, ma l’avanzamento delle campagne vaccinali e la ripresa globale che tutti attendono per la seconda parte dell’anno permetterà agli emergenti di tornare velocemente ai trend di fondo che li vedevano come i protagonisti del futuro.

La nuova classe media del pianeta

Già prima dell’avvento della pandemia, infatti, i mercati emergenti davano la sensazione di essere sulla via di uno sviluppo particolarmente rilevante. Tant’è che secondo uno studio della società di consulenza McKinsey, pubblicato nel 2019, i Paesi in via di sviluppo entro il 2030 rappresenteranno più della metà di tutti i consumi globali. E stime della Commissione Europea ci dicono che, per allora, la classe media di Cina e India rappresenteranno il 66% del totale mondiale. Le prospettive di una graduale ripresa del commercio internazionale, poi, non potranno fare altro che tornare ad alimentare la crescita degli emergenti. A fare da volano all’area asiatica, inoltre, ci sarà la Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), un accordo di libero scambio di merci, servizi e investimenti tra 15 Paesi che rappresentano insieme il 30% della popolazione mondiale, tra cui Cina, Giappone, Corea del Sud e gli Stati del Sud Est Asiatico.

I Paesi Emergenti non sono solo Cina e India. Attenzione anche all’Africa

Per quanto Cina e India abbiano economie dinamiche e in forte crescita, con il Paese del Dragone che si è ritagliato una leadership globale nel comparto digitale, ci sono anche altre aree del mondo emergente a cui vale la pena rivolgere l’attenzione. Una di queste è certamente l’Africa. Secondo un rapporto della Brooking Institutions, infatti, si stima che il continente abbia già superato l’India per numero di famiglie classificabili come classe media e avrà un mercato i cui consumi potrebbero salire fino a 2.500 miliardi di dollari entro il 2030. E dall’inizio di quest’anno, inoltre, è entrato in vigore l’accordo di libero scambio più grande al mondo in termini di Paesi partecipanti: l’African Continental Free Trade Area, con ben 54 firmatari. Una novità in grado di dare il via a uno sviluppo ancora più spedito, favorito anche dagli investimenti esteri che cominciano a fare capolino sull’area in maniera consistente. Il continente africano è pronto a crescere e lo farà con un modello differente da quanto fatto da altri. Chi vuole cercare opportunità di diversificazione, infatti, non potrà fare a meno di notare come, per esempio, in Kenya e Nigeria esistano già migliaia di società FinTech, con un ruolo degli istituti bancari tradizionali totalmente marginale.

L’America Latina, un mondo sospeso tra problemi e grandi potenzialità

Anche l’America Latina è un mondo interessante e ricco di opportunità, sebbene in passato sia rimasto legato a un modello di sviluppo troppo dipendente dal commercio delle materie prime, fattore che ha contribuito a creare un elevato livello di diseguaglianza all’interno della popolazione, oltre a un’eccessiva fragilità dell’economia. Ora, però, l’abbattimento di molte barriere attraverso la digitalizzazione, l’aumento della fetta di popolazione rientrante nei canoni della classe media e la diffusione dei servizi su più ampia scala potrebbero dare slancio a un nuovo sviluppo dell’area che è, e rimane, una terra dalle mille opportunità, al pari dell’America del Nord. In America Latina, infatti, si nasconde un serbatoio di eccellenze e innovazione che non si mette mai abbastanza in evidenza. Si possono citare, per esempio, il sistema sanitario all’avanguardia del Cile, ai primi posti al mondo per numero di persone vaccinate contro il Covid. Oppure il caso del Costa Rica che, dal 2019, sfrutta quasi esclusivamente energia rinnovabile. Non è poi da trascurare la grande disponibilità di materie prime e di minerali. La Bolivia, per esempio, ha la più grande riserva di litio al mondo ed è pronta a produrre localmente batterie, una potenzialità da non sottovalutare in un mondo che si prepara al boom delle auto elettriche. Questi sono solo alcuni degli aspetti più interessanti di un’area del mondo ormai pronta a smarcarsi dagli stigmi attribuitigli negli anni di corruzione, instabilità economica e politica.

Medio Oriente e Paesi dell’Est pronti al rimbalzo

Anche il Medio Oriente è un’area del mondo che dà segnali di maturità. Un Paese importante di quest’area, l’Arabia Saudita, ha intrapreso una politica per diventare sempre più indipendente dal petrolio con il piano di trasformazione Saudi Vision 2030. Paesi come Oman e Qatar hanno varato alcune riforme del mercato del lavoro favorevoli agli immigrati, con il probabile effetto di una maggiore capacità di attrarre e trattenere talenti e competenze dall’estero. Spostandoci, invece, sull’Est Europa, questa era l’area del Vecchio continente a crescita media più elevata prima della crisi, con una fetta consistente di popolazione che stava vedendo aumentare salari e capacità di spesa. La pandemia ha momentaneamente arrestato questo processo, ma con la ripresa dell’attività a livello mondiale è assai probabile che l’economia di questi Paesi riprenda il percorso interrotto. Paesi come la Russia, essendo comunque legati al mercato energetico, potrebbero riprendere slancio con la ripresa dei viaggi e del trasporto merci a livello mondiale. I Paesi sotto al cappello dell’Unione europea, infine, potranno presto beneficiare degli investimenti nell’ambito del Recovery Fund.

Come investire sui Paesi Emergenti

Il quadro generale che si riesce a ricavare dal mondo degli Emergenti è, quindi, molto diversificato per aree regionali. Ma tutti questi Paesi, pur nelle loro diversità, hanno la caratteristica comune di offrire grande potenziale di rendimento, pur rimanendo soggetti a repentine correzioni. Quest’ultimo è un aspetto che tende a tenere lontani gli investitori più avversi al rischio, insieme al fatto che negli ultimi 10 anni si è verificata una grande dispersione di performance: tra le asset class migliori e quelle peggiori, infatti, c’è stata una differenza media del 30 per cento. Tuttavia, questo mondo complicato può rivelarsi una fonte preziosa di rendimento, se si adotta la giusta strategia. Con il fondo d’investimento Pictet-EMMA (Emerging Markets Multi Asset), Pictet ha messo in campo un approccio globale e diversificato, multi asset, che si pone l’obiettivo di andare a selezionare le varie eccellenze locali e, al contempo, controllare il rischio che caratterizza questi mercati.

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