Asset allocation, ecco l’approccio giusto per l’estate

In uno scenario che si conferma costruttivo per la crescita globale, si è assistito ad un incremento delle pressioni sull’inflazione. Il team Investment Research & Advisory di Anima ritiene che queste tensioni sui prezzi siano destinate ad indebolirsi. Nel breve, pertanto, sui mercati azionari potrebbe registrarsi un po’ di nervosismo, ma un’eventuale fase di consolidamento sarebbe sfruttata come opportunità di acquisto. ecco di seguito l’outlook.

Per quest’anno si prevede che l’economia globale aumenti nell’ordine del 6,5%, ad un ritmo così rapido come non si vedeva da decenni, complice in primis la forte accelerazione della crescita statunitense e lo stimolo fiscale varato dall’Amministrazione Biden. Basti pensare, a proposito, che gli indici Markit di fiducia delle imprese hanno visto livelli record, coerenti con una crescita annualizzata del PIL dell’11% nel secondo trimestre, in linea con le stime individuate da tempo dal team di Ricerca di ANIMA.

Al contempo, però, si è assistito ad un incremento delle pressioni inflazionistiche, in particolare negli Stati Uniti. Del resto, la ripresa economica globale non è uniforme e, in primo luogo, non è sincronizzata: la crescita sta iniziando a rallentare in Cina, raggiungerà presto il picco negli USA, mentre ha appena attraversato una fase di contrazione in Area Euro. In secondo luogo è anche sbilanciata: l’attività economica è stata inizialmente sostenuta dagli sviluppi sul lato dell’offerta, ma ora è guidata dall’accelerazione della domanda. Ecco allora che proprio questa transizione fra i driver di crescita ha comportato impatti significativi sulla dinamica dei prezzi, a più livelli: i colli di bottiglia dal lato dell’offerta si sono tradotti in aumenti vertiginosi dei prezzi di semiconduttori e container e le materie prime si sono apprezzate in modo significativo. Tuttavia, per il team Investment Research & Advisory, il rialzo dell’inflazione americana (l’indice core ha registrato la variazione mensile più alta dal 1981, +0,9% contro +0,3% atteso) non deve trarre in inganno: gran parte delle pressioni sui prezzi è riconducibile ad effetti base o distorsioni provocate dalla pandemia, e dovrebbe rientrare con l’avanzamento delle campagne vaccinali e la normalizzazione dell’attività economica globale dal lato dell’offerta.

Pertanto, nonostante l’aumento dell’inflazione rappresenti la principale minaccia per la stabilità dei mercati finanziari, il team di Ricerca ritiene che i rischi siano sovrastimati e che le banche centrali manterranno un orientamento accomodante. Vale a dire non ci si aspetta che le banche centrali – prime fra tutte Federal Reserve e Banca Centrale Europea – siano costrette ad intervenire e rimuovere prematuramente gli stimoli monetari, a maggior ragione considerando le continue rassicurazioni da parte della Fed. Si è trattato quindi di fattori transitori o connessi alle riaperture post-Covid; non c’è stato, invece, un aumento sostanziale delle pressioni sull’inflazione sottostante, specie lato salari.

Riteniamo che il flusso dei dati possa rimanere volatile nel futuro prossimo e di conseguenza è probabile che anche sui mercati finanziari si registri un po’ di nervosismo. Gli investitori, del resto, sono meno focalizzati sui dati relativi ai contagi da Covid-19 e guardano come sempre oltre, concentrandosi già sui possibili cambiamenti nella funzione di reazione delle autorità monetarie. Per quando riguarda la pandemia, la situazione resta critica in molti paesi emergenti, specie in Asia e America Latina e restano le preoccupazioni per l’elevata contagiosità della variante indiana (i nuovi casi diagnosticati in UK sono raddoppiati in una settimana, e rappresentano ormai i tre quarti del totale). Al contempo, però, le infezioni e la pressione sui sistemi sanitari continuano a calare negli USA e in Area Euro e il processo di distribuzione dei vaccini ha guadagnato efficienza su scala globale. In questo contesto, il giudizio sui mercati azionari resta dunque tatticamente neutrale, ma strategicamente costruttivo: eventuali correzioni rappresenterebbero opportunità di acquisto. Per quanto riguarda le scelte settoriali, nelle ultime settimane si sono verificati diversi cambi di regime nella dinamica delle performance relative, sia a causa di temi macro che micro; di qui, anche in vista della stagione estiva, tradizionalmente meno favorevole ai mercati, appare opportuno un posizionamento bilanciato.

In particolare, sui fondi europei, si sta sfruttando la combinazione fra la sovraesposizione a comparti ciclici, come energia, materie prime e finanziari, con titoli ad alto dividendo e temi difensivi (molto penalizzati e in fase di stabilizzazione).

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