Mercati emergenti, le quattro discussioni sulla Cina che preoccupano gli investitori

Con i mercati azionari prudentemente assiepati sui massimi storici, in attesa del dato saliente della settimana relativo ai prezzi al consumo americani (ovviamente in prospettiva della imminente riunione della FED della prossima settimana), si parla molto di Cina su diversi fronti.

Prima di tutto l’inflazione, con i prezzi alla produzione di maggio che a Pechino segnano un progresso del 9% su base annua portandosi ai massimi dal 2008. Per il momento tuttavia nessun segnale che questa pressione sulle aziende si stia traslando sui consumatori (i prezzi al consumo segnano constestualmente un progresso del 1,3% addirittura al di sottto delle previsioni della vigilia al 1,6%) con il divario tra le due grandezze che è attualmente il più ampio dal 1993.

Le autorità cinesi sembrano però percepire la minaccia di un imminente riprezzamento dei beni al consumo, tanto da iniziare a soppesare politiche di regolamentazione dei prezzi, iniziando da quelli del carbone.

Di Cina si parla poi anche in ambito obbligazionario (molto chiaccherata in queste ore Evergrande Group che vanta debiti per oltre 123 mld di dolari), alla luce delle imminenti necessità di rifinanziamento delle grosse imprese a partecipazione statale in un contesto in cui la liquidità appare poco favorevole.

Ancora, si discute di Cina anche in ambito valutario, dato che la recente salita dello yuan pare abbia innescato operazioni ufficiali (o ufficiose) di mercato aperto per raffreddare la divisa del Dragone, almeno a giudicare dagli 87 mld di dollari di rerverse repo di aprile che mostrano un deciso incremento rispetto ai 2 mld dello stesso mese nell’anno passato.

Infine, di Cina si parla tra Europa e Usa che cercano da un lato una tregua commerciale dopo la tumultuosa era Trump, e dall’altro una spiegazione esauriente sulle origini del virus che ha piagato il mondo per quasi un biennio. In USA in particolare, con un altro ambizioso progetto dell’amministrazione Biden per recuperare il terreno perso nei confronti di quello che è ormai il principale competitor, con investimenti in ricerca e sviluppo che vedono particolare attenzione al travagliato ecosistema dei semiconduttori.

A cura di Michael Palatiello, strategist di Wings Parnerters Sim

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