Mercati, Bce: un’estate di acquisti

“La riunione della BCE è stata un vero e proprio esercizio di bilanciamento tra il riconoscimento dei recenti progressi in termini di prospettive economiche e il mantenimento di condizioni di finanziamento favorevoli per sostenere la ripresa che sta prendendo forma”. Ad affermarlo è Silvia Dall’Angelo, Senior Economist per la divisione internazionale di Federated Hermes, che di seguito dettaglia, commentando, quanto è accuduto nel meeting.

Alla fine della tanto attesa revisione del PEPP, la BCE ha confermato che manterrà un ritmo “significativamente” più veloce di acquisti per il prossimo trimestre. Non è una sorpresa, dato che la ripresa europea è appena iniziata, in un contesto dominato ancora dalla persistente incertezza sull’evoluzione della pandemia. Tuttavia, la decisione è stata probabilmente scomoda per la frangia più hawkish del Consiglio direttivo, soprattutto alla luce del recente miglioramento delle prospettive.

A partire dalla riunione di marzo, gli sviluppi economici sono stati positivi

Il PMI composito dell’Eurozona è aumentato complessivamente di 8,3 punti, le campagne di vaccinazioni hanno accelerato su tutta la linea nelle ultime settimane, portando ad una graduale riapertura delle economie europee, ed è stato certificato il Recovery fund europeo. Tuttavia, la ripresa dell’Eurozona è in ritardo rispetto alle altre economie avanzate e la bilancia dei rischi è ancora inclinata verso il basso. Elemento ancora più importante: l’inflazione core è rimasta ben al di sotto dell’obiettivo ed è improbabile converga per lungo periodo intorno al 2% nell’orizzonte di previsione della BCE. Tutto sommato, ha assolutamente senso che la BCE mantenga un ritmo più veloce di acquisti del PEPP – 80 miliardi di euro al mese dal suo annuncio di marzo, rispetto ai 60 miliardi di euro all’inizio di quest’anno – durante i mesi estivi, che di solito mostrano una certa volatilità.

Sullo sfondo, la BCE deve affrontare problemi più grandi

La scadenza del PEPP alla fine di marzo 2022 potrebbe portare agli effetti di “avvicinamento ad un bordo della scogliera”. Il quadro per gli acquisti deve evolvere per tutelare la propria flessibilità che è stata incorporata nel PEPP e per offrire maggiore chiarezza sulla funzione di reazione. Allo stesso tempo, dal momento che la Fed ha adottato un quadro di “obiettivo medio d’inflazione” nel settembre 2020, le politiche della BCE sono destinate a rimanere strutturalmente più rigide di quelle della Fed, il che ha conseguenze sull’Euro e sulle prospettive di inflazione. La revisione della strategia in corso offre di fatto alla BCE l’opportunità di affrontare entrambe le questioni, ma questo potrebbe rivelarsi un compito impegnativo dati i segnali di spaccatura tra “colombe” e “falchi” all’interno del Consiglio direttivo.

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