Obbligazioni: le nuove emissioni della settimana sotto la lente

E’ stata una settimana di mercati laterali nell’attesa del meeting della Bce con gli investitori alla ricerca di segnali sul futuro degli acquisti Pepp e in generale su un eventuale cambio di passo rispetto all’attuale approccio accomodante. Recentemente i membri del board hanno insistito sul fatto che è troppo presto per parlare di tapering, ma il mercato ragiona sulla possibilità che la discussione prenda il via, visti i progressi delle campagne vaccinali ed i miglioramenti economici in atto, che dovrebbero riflettersi anche sulle nuove proiezioni macroeconomiche della banca centrale.

In realtà il meeting di giovedi non ha riservato novità, poiché vi è un rumor che indica come possibile tra poche settimane una riunione della Bce sulla revisione della strategia, avviata da Francoforte lo scorso anno ma sospesa per gran parte del 2020 a causa della crisi Covid, in cui dovrebbe essere centrale una diversa formulazione di stabilità dei prezzi.

Altro driver importante il dato sull’inflazione americana per il mese di maggio, con i timori che un forte dato alimenterebbe i timori di un allentamento dello stimolo in atto da parte della Fed prima del previsto, nonostante le tante rassicurazioni arrivate dal governatore. Ma tutto questo fa parte delle regole dei mercati e della speculazione, così come il dato sulla disoccupazione che avrà anch’esso un peso particolare. Sul fronte inflazione il dato è stato più alto delle stime da 0.5% a 0.6%, mentre le nuove richieste di disoccupazione sono state di 6mila unità più alte delle stime.

Le nuove obbligazioni governative sotto la lente

Con l’agenzia Fitch che conferma il voto all’Italia: BBB- con outlook positivo e lo spread a quota 108 a fronte di rendimenti tornati in calo sulla curva decennale allo 0.839%, il Tesoro italiano ha collocato un nuovo BTP decennale, con scadenza a dicembre del 2031, che sostituirà come benchmark l’emissione di agosto 2031 con una cedola dello 0,6%. Si tratta della seconda emissione con questa lunghezza nel 2021 dopo il collocamento via sindacato (agosto 2031) effettuato lo scorso febbraio quando il Mef emise dieci miliardi di debito e quattro miliardi di BtpEi con scadenza a maggio 2051. Ordini per oltre 65 miliardi di euro contro i dieci miliardi collocati, la cedola è pari a 0.95%, il prezzo d’emissione 99,923 che equivale ad un rendimento dello 0,96%, via via ridotto nel suo spread. Isin IT0005449969 e lotto minimo mille euro con multipli di mille. Ottima performance nel grey market successivo, con il prezzo salito di oltre mezzo punti grazie alla riduzione generale dei rendimenti nelle ultime sedute, inoltre a livello statistico un dato importante ha riguardato il fatto che oltre l’85% del collocamento è stato a favore d’investitori esteri.

Per quel che riguarda le aste sui titoli già in circolazione, il Tesoro ha riaperto i Btp sulle scadenze a 3,7 e 20 anni fino a 7.75 miliardi, tutti collocati rispettivamente per 3.5 miliardi sul Btp 2024, 2.5 miliardi sul Btp 2028 e 1.75 miliardi sul Btp 2041, con tassi in calo per i primi due rispetto alle aste precedenti ed in rialzo invece per il ventennale a 1.55% dall’1.14% di febbraio.

Nuovo collocamento sindacato per la Grecia dopo quello dell’Italia. E anche nel caso di Atene, si è trattato di emettere sul mercato un bond a dieci anni. Il Tesoro ellenico ha deciso di riaprire il collocamento del decennale già esistente, quello con scadenza 18 giugno 2031 e cedola 0,75%. Il titolo ha ottenuto un rendimento dello 0,94%, vale a dire di 82 punti base sopra il tasso midswap.

In fase di guidance, si era ipotizzato un rendimento dell’1%. Altissima la domanda: 26 miliardi di euro, a fronte dei 2.5 miliardi emessi. Il bond a 10 anni della Grecia ha quindi attratto ordini per oltre 10 volte l’offerta. Isin GR0124037715 e prezzo offerto di 98.685, rispetto al 99.436 del primo collocamento a gennaio, taglio da mile euro con multipli dimille.

Successo dell’emissione in dollari dell’Oman, uscita con scadenza 2030 per 1.75 miliardi, con cedola del 4.875%, ridotta da oltre il 5% iniziale per le molte richieste. Isin XS2351310482, taglio minimo 200mila dollri con multipli di mille con prezzo d’emissione a 100, salito di oltre un punto nel grey market.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

Buona attività anche per il settore corporate, Eni ha fatto da apripista nel suo settore lanciando la prima emissione di obbligazioni sustainability-linked, legate al raggiungimento di specifici target entro un determinato periodo di tempo, pena il peggioramento delle condizioni finanziarie. Le emissioni, che avranno una durata di sette anni, il 14 giugno 2028, sono in questo caso agganciate a obiettivi quali la net carbon footprint e al raggiungimento della capacità installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il tasso di interesse applicato rimarrà invariato sino alla scadenza del prestito obbligazionario a fronte del raggiungimento dei due target riportati. In caso di mancato raggiungimento di uno dei due obiettivi, verrà applicato un meccanismo di step-up con un incremento di 25 punti base del tasso di interesse, in linea con quanto previsto dalle condizioni dell’emissione. Prime indicazioni di rendimento in area 75 punti base sopra il tasso midswap di riferimento abbassato a 50 punti base nella fase finale. Il controvalore del nuovo debito collocato sul mercato è stato di 1 miliardo di euro, il doppio dei 500 milioni previsti. Ciò è stato possibile grazie all’alta domanda, pari a tre miliardi, sei volte l’offerta iniziale. La durata è di sette anni e sono state piazzate a un prezzo di re-offer di 99,855% e cedola 0,375% equivalente a un rendimento dello 0.396%. Rating Ba1/A- e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille, Isin XS2344735811.

Enel lancia un bond sustainability-linked in tre tranche: a sei, nove e 15 anni. L’emissione è di taglio benchmark senior con possibilità di essere richiamata alla pari prima della scadenza e garantisce una cedola fissa. Gli ordini hanno superato quota 10.4 miliardi di euro. Più in dettaglio,l’emissione a sei anni è pari a 1 miliardo di euro, quell a nove anni di 1.25 miliardi e quella a 15 anni di un miliardo. L’obbligazione, è stata accolta da un boom di ordini pari a 3,5 volte l’ammontare offerto, totalizzando richieste per circa 11,3 miliardi di euro. La forte richiesta registrata ha consentito a Enel di comprimere i rendimenti. In particolare, la tranche a 15 anni ha visto comprimersi a 64 punti base sul midswap il rendimento rispetto alle indicazioni iniziali introno ai 100 punti base; la tranche a 9 anni ha visto ridursi a 50 punti base sul midswap il rendimento rispetto alle indicazioni iniziali intorno a 80 punti base; la tranche a sei anni ha beneficato di una richiesta sostenuta che ha fatto schiacciare il rendimento a 38 punti base sopra il tasso midswap dai 65 punti base iniziali. Nel dettaglio il bond a sei anni (XS23531820209) offre una cedola annua lorda dello 0%, prezzo 98.909 e rendimento 0.183%, il bond a nove anni (XS2353182293) offre una cedola dello 0.50%, prezzo 99.728 e rendimento 0.531%, il bond a 15 anni (Isin XS2353182376) offre una cedola dello 0.875%, prezzo 98.061 e rendimento 1.015%.

Raiffeisen Bank International ha collocato un titolo subordinato green Tier2 12NC7 dell’ammontare di 500 milioni di euro. Il bond (XS2353473692) offre una cedola annua lorda dell’1.375%, prezzo 99.471 rendimento 1.455% equivalente a 160 punti base sul tasso midswap rispetto ai 190 punti in fase iniziale. Rating Baa3 e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille.

Torna un subordinato tier 1 da una banca della Grecia, si tratta della Piraeus che ha collocato 600 milioni di euro perpetual con call a 5,5 anni. La linea guida iniziale era attesa tra il 9 ed il 9.25%, ridotto poi a 8.75% quando sono arrivate le richieste sui book dei lead manager, che hanno superato i 2.25 miliardi di euro. Isin XS2354777265, rating CCC- e taglio minimo 200mila euro con multipli di mille. Prezzo d’emissione a 100.

La compagnia petrolifera saudita Aramco ha emesso, un nuovo bond in dollari del controvalore di cinque miliardi, su verie scadenze. I titoli sono denominati in valuta americana ed hanno la forma dei “sukuk”. I sukuk sono obbligazioni islamiche compatibili con la Sharia, la quale vieta di prestare denaro dietro il pagamento di un tasso d’interesse. L’operazione servirà alla compagnia petrolifera saudita a finanziare lo stacco del maxi-dividendo da 75 miliardi di dollari promesso in fase di IPO al mercato. La quotazione in borsa risale al dicembre 2019, poco prima della pandemia. Il rischio di credito delle obbligazioni Aramco è medio-basso, godono di rating A/A1. Nello specifico le scadenze sono state al 2024 con 1 miliardo a 0.946%, due miliardi al 2026 al 1.602%, tre miliardi al 2031 al 2.694%.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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