Mercati, Ftse Mib: prima o poi dovrà fare i conti con i gap ancora aperti

Cosa c’è di nuovo? Diamo uno sguardo a uno degli aspetti più considerati dell’analisi tecnica: i gap. E’ luogo comune in Borsa dire che i gap prima o poi vengono sempre chiusi.

Vediamo intanto cosa si intende per gap in analisi tecnica e capiamo poi se quanto detto sia vero. Un “gap” è un salto dei prezzi. Su tutti gli strumenti finanziari, ma in particolare su quelli, come i future sull’indice Ftse Mib, di cui trattiamo, in cui le contrattazioni si interrompono per riprendere il giorno dopo, vi sono dei momenti in cui un periodo temporale (giorno, settimana, ora, o qualsiasi altro periodo temporale) apre con un prezzo superiore o inferiore rispetto al prezzo di chiusura del periodo temporale (giorno, settimana, ora o quantaltro) precedente. Se tale differenza di prezzi non viene colmata nello stesso periodo temporale (giorno, settimana, ora, ecc..), viene lasciato aperto un buco di prezzi, o “gap”.

Ma è vero che questi gap si comportano come dei veri e propri buchi neri, ossia attraggono a sé i prezzi e prima o poi devono essere chiusi? Onestamente, nella mia esperienza, sì. Non è solo un detto senza fondamenti ma ho sempre verificato che prima o poi i gap vengono chiusi.

Il problema sta in “prima o poi”. Perché è diverso, a livello operativo che vengano chiusi dopo qualche giorno piuttosto che dopo qualche anno, piuttosto ancora che dopo qualche decennio. Laddove “dopo qualche giorno” può rappresentare un’ indicazione operativa, “dopo qualche decennio” rappresenta invece una semplice indicazione analitica, al massimo. Quindi, se a livello operativo possono essere fuorvianti, a livello analitico vanno sempre presi in considerazione e ne va tenuto conto.

Ecco che, se guardiamo i gap più vicini sul future sul Ftse Mib, scopriamo che i primi sono a 25.200 e 21.900 punti (Figura 1).

Figura 1. Future FtseMib – grafico giornaliero

Se guardiamo quelli in mezzo, sono a 19.635, 19.190 e 18.360 (Figura 2).

Figura 2 – Future FtseMib – grafico giornaliero

Cosa significa? Che andremo a ritoccare quei livelli? Beh, secondo l’analisi dei gap, “prima o poi” sì.

Le azioni sotto la lente

Nella sua salita Banca Popolare di Sondrio sta toccando livelli di ipercomprato. Sappiamo tutti quanto sia pericoloso comprare a tali livelli ma certamente per essere sicuri che il trend sia cambiato ed effettuare uno short occorre aspettare i supporti di 2,90 euro (Figura 4). Sotto tali valori, e solo in chiave settimanale, si è giustificati a vendere short il titolo. Attenzione però perché sono valori che si alzano con il tempo.

Figura 4. Banca Popolare di Sondrio – grafico settimanale

Uno storno in piena regola è quello che sta avvenendo su Sicit Group. Il titolo avrebbe le carte in regola per riprendere a correre solo se recuperasse i 16,70 euro su grafico giornaliero. In tal caso un long con stop-loss a 16,09 parrebbe giustificato (Figura 5).

Figura 5. Sicit – grafico giornaliero

A cura di Fabio Pioli, trader, analista finanziario e Fondatore di CFI (www.cfionline.it)

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