Investimenti: ecco come sfruttare il grande ritorno del Giappone

“Il Giappone è diventato un mercato globale per molti motivi. Per esempio, se guardiamo agli indici notiamo come molte aziende giapponesi siano ormai incorporate in essi”. Ad affermarlo è Richard Kaye, gestore del fondo Comgest Growth Japan di Comgest, che di seguito spiega nel dettaglio la propria visione e il proprio outlook sul mercato nipponico.

Il 2021 è stato un anno molto strano per l’economia giapponese che ha sofferto inizialmente di una percezione negativa ma non realistica di un programma vaccinale lento e poi anche della rotazione dai titoli growth a value anche se il mercato azionario giapponese è così ampio, profondo e inesplorato che è possibile identificare storie trasversali che soddisfano entrambi i criteri. Tutti e due i fenomeni sono stati passeggeri e già si vede il ritorno di performance del mercato. Il Giappone, infatti, rimane il secondo mercato per gli investitori stranieri anche per gli ETF, che in aprile hanno visto una raccolta di 3.43 miliardi di euro, portandolo al secondo posto dopo gli Usa.

Guardando al mercato azionario giapponese le prospettive sono promettenti ma bisogna sottolineare che questo rimane un mercato difficile da navigare, specialmente per gli investitori stranieri, poiché le società giapponesi possono avere difficoltà a fornire il tipo di informazioni richieste dagli investitori istituzionali e non c’è abbastanza ricerca di qualità per compensare questa mancanza di visibilità. In media, ciascuna delle 3.700 società quotate in Giappone è seguita solo da sette analisti, rispetto ai 40 analisti per componente dell’indice negli Stati Uniti. Questo significa che il Giappone rimane un mercato incompreso.

Gli investitori occidentali non hanno ancora compreso appieno che il mercato giapponese non rappresenta più solo l’economia giapponese. L’azionario giapponese offre un’esposizione relativamente economica e liquida alle tendenze globali attraverso società di lunga data con bilanci solidi che sono poco conosciute dalla maggioranza degli investitori. Inoltre, oltre alle società globali e molto conosciute ci sono un sacco di aziende meno note che stanno cavalcando il trend del cambiamento del Giappone che include la regolamentazione dell’industria giapponese e un cambiamento importante dello stile di vita dei Giapponesi che, a sua volta, si ripercuote molto positivamente sull’economia domestica e vede la nascita di nuove aziende. Tra queste aziende, per esempio, troviamo Oriental Land , la Disneyland giapponese. Fino a 10 anni fa era impensabile la nascita di una società di parchi divertimento giapponese dato lo stile di vita della popolazione, volta solo a produrre e lavorare. Mentre ora i giapponesi dedicano molto più tempo allo svago di prima. Altre aziende del “Nuovo Giappone” sono Murata, una società di componenti con sede a Kyoto che cattura la più grande quota di valore aggiunto nella fabbricazione di smartphone. Obic è un innovatore che sta permettendo il cambiamento in altre aziende, fornendo software ERP (Enterprise Resource Planning) per le piccole imprese. Obic sta sperimentando una crescita del profitto operativo superiore rispetto ai giganti ERP Oracle e SAP, grazie alla sua soluzione OBIC7 Cloud che ha generato margini operativi superiori al 50% dal 2018. Il portale medico, M3, e la piattaforma di pagamenti digitali GMO Payment Gateway, sono ulteriori esempi di player rivoluzionari digitali. Tra le società giapponesi globali, troviamo invece Hamamatsu Photonics, che produce macchinari diagnostici e componenti ottici per macchinari per la TAC; e un’altra azienda med-tech, Sysmex, leader mondiale in ematologia grazie a una tecnologia unica che consente rapidità ed accuratezza dei risultati. Il Giappone è anche sede di Nidec, il più grande produttore di motori per veicoli elettrici (EV). Nidec scambia a una valutazione molto più bassa di Tesla, nonostante abbia una più ampia esposizione al mercato globale dei veicoli elettrici.

Oltre a offrire un’esposizione alle opportunità interne, il mercato giapponese è una piattaforma per investire nella crescita dell’Asia e la sua classe di consumatori emergenti. Il Giappone sta vendendo beni, tecnologia e aspirazioni a una popolazione asiatica che sta crescendo in dimensioni, ricchezza e sofisticazione. Il mercato dei consumatori asiatici è sette o otto volte più grande di quello giapponese, è più giovane e sta diventando più ricco. Pigeon è un esempio di questa opportunità – come molti marchi giapponesi, è considerato di alta qualità e cool dai consumatori asiatici oltre ad essere un concreto esempio di engagement a seguito dell’assunzione di donne in figure apicali.

Se è difficile per gli investitori farsi un’idea del mercato azionario giapponese, è ancora più difficile per loro avere una reale quadro delle credenziali ESG delle aziende giapponesi. Anche se gli investitori vedono il potenziale ESG del Giappone, tendono a concentrarsi solo sul miglioramento della governance: il numero di amministratori indipendenti è aumentato costantemente dall’introduzione del codice di governance aziendale nel 2015. Anche se il codice si riferisce solo agli amministratori esterni, possiamo vedere che il numero di amministratori indipendenti è cresciuto considerevolmente da allora, e il rendimento del capitale investito (ROIC) è migliorato più che in qualsiasi altra grande economia nell’ultimo decennio. Noi sosteniamo che la migliore governance, non è soltanto il risultato di riforme del governo, ma dal fatto che molte aziende hanno compreso che è nel loro interesse adottare una buona governance. Inoltre, concentrarsi sulla governance può mascherare cambiamenti più ampi. Molto pochi investitori, sia nazionali che internazionali, sono consapevoli di quanto selezionate aziende giapponesi stiano affrontando le questioni sociali e ambientali. I vincoli delle risorse e i disastri industriali storici hanno a lungo motivato elevati standard ambientali e sociali tra alcune aziende giapponesi, spesso in eccesso rispetto ai competitors occidentali. Inoltre, un gran numero di società quotate è ancora fortemente influenzato dalla visione dei loro fondatori, che hanno un profondo impegno verso lo scopo sociale del loro business, il che significa che hanno a cuore l’ecosistema a cui appartengono.

Il potenziale ESG all’interno del mercato azionario giapponese tende a essere frainteso. Uno di questi esempi è Daikin, il più grande produttore mondiale di condizionatori d’aria e il più efficiente dal punto di vista ecologico. Daikin supera costantemente i suoi concorrenti nell’uso dell’elettricità e dei refrigeranti e raggiunge il punteggio più alto nelle classifiche federali statunitensi. Daikin offre quindi un’esposizione alla tendenza globale verso una maggiore domanda di aria condizionata con una minore esposizione al rischio ambientale rispetto ai suoi colleghi del settore. Un altro esempio è Suzuki, che è classificata quasi come non investibile da molti provider di dati ESG, a causa di inesattezze sulla dichiarazione delle emissioni in Giappone, problemi di lavoro in India e domande legittime sulla trasparenza del consiglio di amministrazione. Tuttavia, l’azienda ha nominato tre direttori non esecutivi con background ESG rilevanti e si sta impegnando di più con gli investitori. Inoltre, Suzuki è uno dei leader nello sviluppo di veicoli elettrici per l’India, il che significa che potrebbe giocare un ruolo importante nel contenimento delle emissioni nel paese in più rapida crescita del mondo nel settore auto. Questo lato positivo della storia non viene spesso raccontato.

Crediamo che questo sia il decennio del Giappone. Dopo essere stato ignorato per una generazione dagli investitori stranieri, il mercato sta tornando ai massimi storici, e molte delle sue aziende che sono leader globali nei loro campi, come Daikin o Pigeon, stanno iniziano ad essere rivalutate. A nostro avviso, il Giappone è mal percepito in termini ESG. Crediamo che i progressi che le aziende giapponesi stanno facendo nelle politiche ESG e nella divulgazione non siano ben compresi, e i dati che sono disponibili possono portare a conclusioni fuorvianti. Tuttavia, in un mercato così ampio e poco studiato, è importante essere selettivi.

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