Mercati, ecco vincitori e vinti del primo semestre

Giunti al giro di boa di questo 2021 inevitabile iniziare a redarre qualche bilancio, con un occhio di riguardo soprattutto per il comparto azionario che con un solo giorno rimanente per chiudere il semestre si appresta a mettere a segno, su base globale, la seconda migliore performance storica a far data dal 1998.

Se infatti l’indice MSCI AC World riuscisse a conservare il progresso del 12% capitalizzato da inizio anno, si posizionerebbe solo dietro il 15% di rialzo messo a segno nel 2019 dopo un recupero di circa il 90% rispetto ai minimi pandemici fatti segnare nel marzo 2020.

Il quadro macro

Di fatto i dati macro rimangono costruttivi, con ieri la fiducia dei consumatori americani ai massimi da inizio pandemia e i prezzi delle case che registrano un incrementro del 14,6% rispetto all’anno passato, il più marcato in oltre 30 anni (1988 per essere precisi).

Le previsioni sul mercato del lavoro USA, in pubblicazione venerdì, si attestano a 700mila nuovi occupati, e se confermate questo sarebbe il più sensibile incremento dal marzo scorso.

Leggermento meno enfatici i dati pervenuti dalla Cina con il PMI manifatturiero al di sotto delle attese ed ai minimi degli utili quattro mesi rallentato dagli elevati costi delle materie prime, dalla carenza di semiconduttori e dal diffondersi del Covid 19 nella maggiore provincia di esportazione, il Guangodong.

Le proiezioni sul PIL vedono il dato attestarsi a una crescita del 7,2% nel secondo trimestre contro il poderoso 18,3% del trimestre precedente, mentre allargando lo sguardo ad una media biennale, la crescita, seppur leggermente superiore alle stime della vigilia (5,2% vs 5,0%) si attesterà considerevolmente al di sotto dei livelli pre-pandemia al 6%.

A magine al di sotto delle attese anche il risultato relativo al settore servizi, con un calo a 53,5 a giugno contro il 55,2 di maggio legato essenzialmente al raffreddamento del settore dopo i nuovi cluster pandemici.

Il dollaro

Tornando ai bilanci di primo semestre, il dollaro rimane sostenuto con la quotazione del biglietto verde, come indice, reduce dal miglior mese dal marzo 2020.

Oro e petrolio

Forza relativa del dollaro, e discussioni sul Tapering pesano invece sulle quotazioni dell’oro che si appresta a chiudere il mese con una flessione del 7,5% la peggiore su base mensile da quattro anni a questa parte.

Di contro il petrolio rimane sostenuto e con il Wti in area 74 dollari per barile, questo semestre si appresta ad essere il migliore per il greggio dal 2009.

A cura di Michael Palatiello, ad e strategist di Wings Partners Sim

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