Asset allocation: Europa e Giappone fanno bene al portafoglio

“Sullo sfondo si sta materializzando gradualmente un cambio di regime senza tuttavia mettere in discussione, almeno per il momento, il solido rally degli asset di rischio. Persino i titoli di Stato, sotto pressione dall’inizio dell’anno, hanno recuperato rispetto ad aprile, dato che la ripresa è in pieno svolgimento e l’inflazione statunitense ha sorpreso per la sua stessa forza”. Ad affermarlo sono gli esperti di Edmond de Rothschild AM, che di seguito illustrano il loro outlook per il secondo semestre di quest’anno.

Un cambio di tendenza diverso – e più forte – rispetto ai precedenti

Ci stiamo muovendo all’interno di un contesto in cui l’insolito mix di ripresa e massicce iniezioni di liquidità tiene i mercati lontani dai soliti standard di valutazione o dai comportamenti tradizionali propri di questa fase del ciclo. Questo evidenzia anche l’impatto del nuovo approccio attuato dalla Federal Reserve. Passando a una modalità di “quadro politico basato sui risultati”, la Banca centrale è più duplice di prima. Finché la Fed ribadisce che il suo piede è saldamente sul pedale dell’acceleratore, i mercati sono completamente prezzati in quanto questo approccio consiste nello scollegare le aspettative sui tassi dall’economia. Ci chiediamo invece se la Fed riuscirà ad ancorare le aspettative con la stessa forza quando deciderà di “cambiare regime”, cosa che accadrà non troppo lontano vista la riunione del comitato di politica monetaria del 16 giugno. Tutto ciò in un contesto in cui il dibattito sulla natura del rimbalzo dell’inflazione, fenomeno temporaneo o perenne, potrebbe continuare ad andare avanti per mesi. Dato il ruolo esercitato dalla Fed nella ripresa dei mercati nel cuore della crisi e nell’alimentare gli attuali livelli di valutazione, la questione diventa fondamentale. Anche perché il nuovo processo non esclude un aumento molto rapido dei tassi nel caso in cui si riscontrasse un ritardo nell’aumento dell’inflazione.

Gli interrogativi sull’inflazione non si scioglieranno a breve

Quest’estate dovremmo raggiungere il picco della ripresa globale e dell’inflazione, non solo per il gioco degli effetti di base ma anche probabilmente per l’annuncio della Federal Reserve della possibilità di ridurre le sue iniezioni di liquidità nel 2022. Tuttavia, la questione della dinamica dell’inflazione supera gli effetti di base. La questione per gli investitori sarà quella di misurare se un meccanismo inflazionistico è in atto negli Stati Uniti, in particolare attraverso un’accelerazione dei salari. In effetti, le imprese americane si lamentano della difficoltà di assunzione.

Il contesto rimane favorevole ma volatile

Le nostre previsioni economiche indicano un contesto che rimane positivo per gli asset rischiosi nel prossimo futuro. Di conseguenza, i mercati potrebbero diventare più movimentati quando la Fed inizierà a preparare gli investitori ad un rallentamento delle iniezioni di liquidità. È anche possibile che questo annuncio abbia poco effetto perché è già stato molto atteso, ma potrebbe amplificare i timori degli investitori se l’inflazione dovesse riservare qualche brutta sorpresa. Crediamo quindi di essere prossimi ad entrare in un ambiente ancora favorevole ma potenzialmente più volatile. Ne abbiamo così preso atto nei nostri portafogli riducendo un po’ i rischi in termini di allocazioni.

Azioni piuttosto che obbligazioni

In questo contesto di forte crescita, inflazione più irregolare e interrogativi sull’impatto del cambiamento di regime della Federal Reserve, va da sé che i mercati azionari rimangono più attraenti di quelli obbligazionari. In un momento in cui la discriminazione sui mercati azionari avviene principalmente a livello di fattori, continuiamo a credere che si debba mantenere un buon equilibrio tra crescita, qualità e valore e concentrarsi sui grandi temi di crescita che sono emersi rafforzati dalla crisi, ovvero il capitale umano, l’healthcare, i big data e la transizione energetica.

Da un punto di vista geografico, preferiamo le azioni europee e giapponesi a quelle statunitensi, con le prime che mostrano un maggiore effetto leva in questo ciclo di ripresa, destinato a proseguire fino alla fine del prossimo anno.

Le azioni cinesi, che hanno sottoperformato nel primo semestre, ci sembrano una scommessa originale. La loro valutazione è diventata relativamente attraente rispetto al resto del mondo, mentre le autorità stanno lavorando per incanalare il risparmio abbondante nei mercati finanziari ed evitare la speculazione su altri asset (Bitcoin, materie prime, immobili, ecc.). Infine, in un momento in cui vengono sollevate molte domande sull’inasprimento della politica monetaria da parte delle principali banche centrali come la Fed e la BCE, la Cina farà eccezione poiché non ha attuato misure straordinarie durante la crisi. Il mercato cinese non ha beneficiato dell’ondata di liquidità quest’anno, né soffrirà del suo prosciugamento e potrà quindi fare la differenza nei prossimi mesi. Naturalmente, la Cina non partecipa attualmente all’accelerazione dell’attività globale. Ma scommettiamo che l’intensificazione della campagna di vaccinazione migliorerà le condizioni economiche e che il forte successo delle autorità nel ripristinare la stabilità finanziaria permetterà loro di allentare i vincoli posti.

Obbligazioni moderatamente attraenti in un portafoglio

I mercati obbligazionari sono generalmente meno attraenti. Poiché la questione dell’inflazione non è stata risolta e la Fed si avvicina a una normalizzazione della sua politica monetaria, i titoli di Stato e le obbligazioni societarie investment grade non offrono né rendimento né interesse in un portafoglio diversificato. Infatti, nel contesto di un aumento dei timori d’inflazione o di un prosciugamento della liquidità che colpisce i mercati, queste obbligazioni non svolgerebbero il loro ruolo di rifugio sicuro. A nostro avviso, i subordinati finanziari rimangono interessanti poiché offrono ancora un certo rendimento e una bassa sensibilità al rischio di tasso d’interesse, in un contesto in cui la ripresa è positiva per il settore finanziario.

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