Pericolo patrimoniale, monta la rabbia delle partite iva

Si torna a parlare di patrimoniale. A offrire lo spunto è stata negli scorsi giorni Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al ministero dell’Economia ed esponente di LeU, la quale ha scelto le colonne de “Il Manifesto” per dettagliare la politica fiscale del movimento già impegnato in una raccolta firme per chiedere la tassazione su immobili e strumenti finanziari detenuti dai contribuenti.

“Dobbiamo creare una patrimoniale progressiva e più equa” sono le parole di Guerra, mentre l’occasione per istituire il nuovo prelievo fiscale potrebbe essere rappresentata dall’iter del documento sulla riforma fiscale approvato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato qualche giorno fa.

Si rimane nell’ambito delle ipotesi, ma tanto è bastato per fare esplodere la protesta del movimento Autonomi e Partite Iva, attraverso un duro comunicato a firma del presidente Eugenio Filograna: “Un’altra patrimoniale in Italia sarebbe illegale. La Patrimoniale è una tassa su patrimoni liquidi e solidi. In Italia abbiamo già molte tasse patrimoniali, pertanto un’ulteriore imposta sui patrimoni significherebbe tassare due o più volte lo stesso bene. Da qui si desume l’illegalità di un altro provvedimento statale che la sinistra vuole riesumare ma che sarebbe una vera e propria appropriazione indebita”.

“Le attuali patrimoniali pagate dagli italiani sono già abbastanza capienti di gettito tributario per lo Stato, circa 48 miliardi annui, e abbondantemente pesanti per i contribuenti. Aggiungere oggi un prelievo forzoso sui patrimoni significherebbe creare scontri sociali ed incontrollata rabbia verso la politica e la sua classe dirigente. Inoltre, si rischierebbero scontri sociali, frutto di un pregiudizio collettivo, tra chi subisce ulteriore prelievo forzoso per colpa di chi non ha pagato le tasse”, osserva Filograna.

“Ormai tutti sappiamo che la vera causa dell’evasione è la politica tributaria ossessivamente accanita sugli autonomi e partite iva, una politica tributaria che da decenni tassa chi non potrà mai pagare ciò che gli viene chiesto; e da qui la riduzione degli autonomi e delle partite iva da 8,2 milioni a 4,7 milioni odierni. Questa follia tributaria ha generato crediti assolutamente non recuperabili nel bilancio dello Stato e quindi un falso in bilancio di 1.000 miliardi che andrebbe sanato, non aumentando le tasse, e quindi non con le patrimoniali, ma con un condono equitativo che crei coesione sociale, accompagnata da convenienza collettiva”, conclude il presidente del movimento Autonomi e Partite Iva.

Insomma, la guerra della patrimoniale è ancora ben lontana da una conclusione.

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