Asset allocation: una strategia per non finire nel pallone

Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame AM

Aver visto la Nazionale italiana trionfare ai Campionati Europei di calcio mi ha ricordato quanto sia importante per un allenatore avere una struttura di squadra sulla quale contare in ogni momento e su cui poi intervenire con gli opportuni aggiustamenti in base alle situazioni che si vengono a creare in partita.

Allo stesso modo, un gestore dovrebbe avere un’asset allocation strategica sulla quale fare affidamento per poi fare piccole variazioni tattiche per affrontare meglio le fluttuazioni sui mercati e non dover stravolgere in continuazione titoli, settori o strategie implementate nel proprio portafoglio.

La similitudine sembrerebbe essere molto calzante, peccato che ultimamente stiamo assistendo a variazioni continue con rotazioni settoriali anche violente come se le strategie non esistessero più e tutto fosse guidato dalla tattica di breve periodo.
Se proviamo ad analizzare questo fenomeno e a capire da cosa dipenda cercando di trovarne una logica, rischieremmo di andare completamente nel pallone, perchè spesso la logica con i movimenti di breve periodo ha poco da spartire.
Ovviamente la variabile delle variabili si chiama  Covid e ha un impatto molto forte sulla psicologia degli investitori in questo momento.  A me sembra, infatti,  che sia in corso una gara a chi fa più terrorismo mediatico piuttosto che fornire statistiche in maniera corretta.

Personalmente seguo giornalmente non tanto il numero dei positivi, quanto il numero delle ospedalizzazioni e delle terapie intensive abbinato al numero totale dei vaccinati.

Prendendo ad esempio il Regno Unito, notiamo che, benchè il numero dei contagi sia tornato a salire, lo stesso non è successo a quello dei ricoveri e di conseguenza delle terapie intensive e dei morti.
Del resto, è stato detto fin dall’inizio che i vaccini sarebbero serviti soprattutto a quello scopo e non certo per azzerare i contagi. E poi, mica abbiamo eliminato dalla faccia della terra l’influenza, il raffreddore o la bronchite!  Semplicemente sono diventati disagi provvisori che tuttavia non impediscono alla gente di vivere normalmente.

Tutte queste notizie negative, ma soprattutto la mancanza di chiarezza, stanno portando a moltissime cancellazioni delle prenotazioni delle vacanze estive e quindi quella che doveva essere una stagione spettacolare rischia di diventare un flop.
Eppure quello che faccio veramente fatica a capire rimane l’atteggiamento delle persone e in alcuni casi anche dei governanti.

Che questo sia un virus maledetto ormai è risaputo e per contenerlo abbiamo dovuto fare sacrifici pazzeschi per lunghi periodi di tempo. Eppure ogni volta caschiamo nella trappola del post “libertà provvisoria” Situazioni di assembramento come quelle create a seguito degli Europei e i conseguenti festeggiamenti hanno portato naturalmente ad un aumento dei contagi, ma sei non hai paura ad abbracciarti tutta la notte per una vittoria sportiva con centinaia, migliaia di sconosciuti perché poi dovresti avere paura ad andare in ferie?!

E i governanti perché chiudono un occhio di fronte a certe situazioni e invece quando devono avere un approccio propositivo e – aggiungo anche lungimirante per la vita di tutti i giorni – diventano inflessibili?

Questa totale mancanza di coerenza e visibilità sulle situazioni future si traduce in una totale incertezza nella costruzione del portafoglio strategico e allora, come consigliavano una volta i guru della asset allocation, in situazioni di questo tipo avere un po’ di liquidità non fa mai male.

Pertanto, ridurre le esposizioni in generale aumentando la diversificazione potrebbe non essere una cattiva idea, magari aggiungendo in portafoglio titoli di qualità (sia nel settore value che growth ) che subiscono la correzione senza motivi particolari e facendo attenzione ad avere all’interno del portafoglio idee di investimento con correlazioni negative.

Questo lo si vede bene quando ci sono le giornate di risk-off pesanti. Come? Se, aprendo il file del P&L, si vedono segni rossi più o meno della stessa entità, vuol dire che la diversificazione non è vera ma solo di facciata.

Se invece qua e là si ha qualche segno verde (solitamente il positivo ha questo colore) e magari di buona entità, allora siamo sulla strada giusta. Aspettando di avere un po’ più di chiarezza sul futuro, credo sia un buon approccio.

A cura di Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame AM

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