Investimenti, obbligazioni Usa fuori rotta

“Al contrario di quella che era l’opinione comune, i rendimenti delle obbligazioni statunitensi sono leggermente calati, trascinati verso il basso da posizionamenti e fattori tecnici. Ma riteniamo che i rendimenti risaliranno la china“. Ad affermarlo è il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di JP Morgan AM, che diseguito spiega le ragioni questa previsione.

Fondamentali

Nella nostra ultima analisi trimestrale sulle prospettive d’investimento avevamo previsto un rialzo dei rendimenti statunitensi per la restante parte dell’anno. Tale previsione è stata smentita dal recente movimento dei tassi. I tanti catalizzatori ribassisti dei titoli di Stato che nel primo trimestre hanno spinto i rendimenti al rialzo sono scomparsi, rimpiazzati dal timore che la ripresa economica abbia già raggiunto il picco. Pur ammettendo che la crescita possa aver toccato il suo massimo, continuiamo a credere che il futuro ci riservi una fase di forte espansione, soprattutto se consideriamo che i consumatori si trovano in una posizione di forza e che i consumi rappresentano all’incirca il 68% del PIL degli Stati Uniti. I dati Chase sui consumatori segnalano non solo saldi bancari più alti, ma anche una spesa maggiore rispetto ai livelli pre-pandemia, trainata in larga misura dalle categorie dei beni voluttuari. L’altro rischio con cui il mercato sta facendo i conti, a cui guardiamo con maggior preoccupazione, è la diffusione della variante Delta. Data la sua elevata trasmissibilità, sembra probabile che i contagi continueranno a salire vertiginosamente in tutto il mondo. Tuttavia, le ripercussioni varieranno in base ai progressi delle campagne vaccinali. La domanda chiave che ancora attende una risposta è se i vaccini abbiano indebolito il legame tra i casi accertati e i ricoveri ospedalieri al punto da evitare nuove e significative restrizioni alla mobilità. I primi dati provenienti dal Regno Unito indicano che potrebbe essere così.

Valutazioni quantitative

Negli Stati Uniti, i rendimenti hanno invertito la dinamica rialzista registrata nel primo trimestre di quest’anno, al punto che al momento i rendimenti decennali nominali e reali si collocano rispettivamente solo all’1,22% e al -1,05%. Con i limiti posti dalla Federal Reserve ai tassi d’inflazione di pareggio nella riunione di giugno, l’andamento recente sembra determinato prevalentemente dai rendimenti reali. Tuttavia, troviamo difficile giustificare il calo dei rendimenti reali. Molti commentatori hanno spiegato questa flessione come un ritorno alla stagnazione strutturale. Tuttavia, negli ultimi mesi non siamo riusciti a capire come evolverà l’economia nei prossimi cinque anni e la spiegazione fornita sembra voler legare a tutti i costi la dinamica dei prezzi all’andamento dei flussi. Continuiamo ad aspettarci che in questo ciclo il tasso sui Fed Fund resterà nell’intervallo 1,75-2,5% osservato alla fine dell’ultimo ciclo, che corrisponde approssimativamente a un tasso reale nullo. Tuttavia, è solo vivendo questa fase del ciclo economico che capiremo il grado di inasprimento monetario che l’economia siano in grado di tollerare.

Fattori tecnici

Pur non potendo attribuire solo ai posizionamenti il calo dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi registrato negli ultimi due mesi, dobbiamo ammettere che hanno sicuramente contribuito ad accentuare il rally delle obbligazioni. Gli indici di posizionamento basati sui future hanno mostrato che gli investitori hanno allungato la duration, ma gli indicatori basati sui sondaggi non hanno ancora evidenziato una ristrutturazione dei portafogli della stessa portata. Nel complesso, tuttavia, i massicci acquisti di obbligazioni da parte delle Banche Centrali e dei privati sembrano aver lasciato il segno. Inoltre, in genere la stagione estiva favorisce un allungamento della duration in quanto l’offerta di obbligazioni cala in questo periodo. Quest’estate, la contrazione dell’offerta si è verificata prima del solito.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

È probabile che al momento i rendimenti dei titoli di Stato abbiano toccato il minimo. Sebbene l’aumento dei casi di Covid dovuto alla variante Delta susciti preoccupazioni, osservare nei prossimi mesi come il Regno Unito (che è probabilmente uno dei Paesi più esposti ai contagi della variante Delta) gestirà la situazione consentirà agli investitori di capire quanto siano probabili ulteriori restrizioni alla mobilità. Nel frattempo, la solidità dei consumi ci induce a guardare alla crescita con ottimismo. I catalizzatori per un rialzo dei rendimenti mancano da tempo, ma ne intravediamo alcuni all’orizzonte: ad esempio, una possibile riaccelerazione dei dati sul mercato del lavoro statunitense e una ripresa dell’offerta obbligazionaria a fine estate. La chiusura delle posizioni di duration corta dovrebbe inoltre favorire il ritorno dei rendimenti statunitensi sulla strada rialzista.

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