La recente debolezza del settore del lusso, a livello mondiale è da collegare alle recenti dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping, orientate a una più equa distribuzione del reddito che lasciano intravedere un aumento della pressione fiscale sulle classi più agiate.
Benché questo sia un tema di medio-lungo periodo e con impatti indiretti difficilmente quantificabili ad oggi, il timore che possa frenare la crescita della domanda di lusso sul mercato cinese si aggiunge ai recenti timori per i nuovi contagi Covid e a dati macro inferiori alle attese (lunedì vendite al dettaglio e produzione industriale di luglio +8.5% e +6.4%).
“In seguito alla forte repatriation della spesa di lusso cinese sperimentata durante la pandemia – fanno notare gli analisti di Equita – stimiamo che questo mercato rappresenti ora circa il 20-25% dei ricavi per i player sotto nostra copertura, con la solita eccezione di Brunello Cucinelli (11% il reazione al bilancio 2020)”.
Il settore del lusso, affermano poi gli analisti della Sim milanese, è ora su valutazioni relative più allineate alla media storica (26 volte il rapporto tra prezzo e utili stimato per il 2020, a premio dell’80% sullo Stoxx 600 e in linea con i livelli pre-Covid).
“Ribadiamo la nostra preferenza per LVMH, leader del settore a 25volte il P/E atteso per il 2023, Kering (valutazioni a sconto 20x P/E23) nonostante la solida performance, e attese di accelerazione per Gucci nel secondo semestre su maggiori iniziative di marketing/prodotto in combinazione con i 100 anni del marchio. Anche su Moncler vediamo potenziale accelerazione nel secondo semestre ma le valutazioni sono meno attraenti (27x P/E 2023)” sostengono da Equita.