Asset allocation: più liquidi e flessibili con i bond

Il seguente articolo è uscito sul numero cartaceo di agosto di Bluerating

Le prospettive di Pimco vedono l’economia globale continuare la sua ripresa in modo irregolare per poi passare a un ritmo più omogeneo, ma non prima del 2022. E anche se l’inflazione sta aumentando, in particolare negli Stati Uniti, il colosso della gestione ritiene i fattori che guidano la recente impennata dei prezzi come transitori. Ciononostante, una maggiore volatilità macro può tradursi in una maggiore volatilità del mercato. E come investitori, “crediamo che sia importante mantenere la liquidità e la flessibilità del portafoglio per poter rispondere e approfittare di questi sviluppi”. Ne parliamo con Andrew Balls (nella foto), cio Global Fixed Income di Pimco, che commenta le principali conclusioni del nuovo Cyclical Outlook pubblicato dalla società.

A che punto siamo?

Con la pandemia che si sta ritirando in gran parte del mondo, il supporto politico ha probabilmente raggiunto
il picco. Nel frattempo, diverse banche centrali dei mercati sviluppati hanno iniziato a fare passi verso la normalizzazione delle loro politiche monetarie. Questi fattori influenzeranno la crescita in misura diversa a seconda di settori e regioni, e probabilmente porteranno a una crescita non sincrona nel 2021. Ci aspettiamo una maggiore sincronia nel 2022. Nel frattempo, il basso tasso di vaccinazione dei paesi dei mercati emergenti ne ritarderà la ripresa.

Ora gli occhi sono tutti puntati sull’inflazione? Sarà transitoria o definitiva?

Poiché l’inflazione segue la crescita con un certo ritardo, prevediamo che quella dei mercati sviluppati raggiungerà il picco nei prossimi mesi. Tuttavia, tempistica e entità sono incerte a causa di vincoli di fornitura, tra cui una carenza di semiconduttori a livello globale. Questi dovrebbero attenuarsi nel 2022, mentre il picco della domanda di beni probabilmente modererà l’inflazione nella seconda metà del 2021. Prevediamo che l’inflazione chiuda il 2021 a un ritmo medio annuo del 3%, prima di portarsi di nuovo all’1,5% nel 2022, al di sotto degli obiettivi delle banche centrali. Nonostante gli attesi cambiamenti ai programmi di quantitative easing, non ci aspettiamo che ci sia un aumento dei tassi di interesse. La Fed non li alzerà prima del 2023 e le altre banche centrali potrebbero muoversi ancora più tardi.

Quali le implicazioni sugli investimenti?

Le valutazioni oggi sono alte. Pensiamo quindi che occorra essere pazienti e mantenere liquidità e flessibilità nei nostri portafogli per essere pronti a cogliere opportunità. Secondo noi, i titoli Usa garantiti da ipoteca non- agency (Mbs) offrono un buon valore rispetto ai generici cash corporate e profili di rischio favorevoli. Per quanto riguarda il credito societario, vediamo poco potenziale per un significativo restringimento degli spread. Ma è anche probabile che ci sia una forte domanda continua di credito, anche a spread compressi, dati i bassi rendimenti governativi. La selezione dei singoli nomi continuerà probabilmente a essere un importante driver di alfa, con un focus su finanziari, ciclici, settori legati all’edilizia e a operazioni di recupero da Covid-19. Siamo neutrali sui titoli del tesoro Usa protetti dall’inflazione (Tips) e siamo sottoponderati sul dollaro Usa. Ci sono buone opportunità nel debito emergente. Sulle azioni è bene guardare a società che beneficeranno dell’ulteriore riapertura del settore dei servizi e di settori con potere di prezzo e barriere all’ingresso come i semiconduttori, l’automazione tecnologica e le industrie verdi.

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