Mercati, l’interventismo cinese punta alla crescita demografica

Tra luglio e agosto gli interventi degli organi regolamentari cinesi hanno causato un forte trambusto sui mercati, con uno degli indici più rappresentativi, ovvero l’MSCI China, che da inizio anno sta cedendo quasi 20 punti percentuali. Il Governo cinese, infatti, sembra voler assumere una maggiore presa sull’economia, anche a discapito di alcune aziende che potrebbero vedere sfumare la possibilità di condurre un business profittevole. Ecco la view di Giacomo Calef, Country manager di Notz Stucki.

L’intenzione sarebbe, da un lato, quella di contenere lo strapotere delle aziende tecnologiche e di evitare che i dati digitali vengano condivisi con i competitor occidentali. Ad esempio oggi chi ne paga maggiormente le conseguenze è Alibaba. La big tech è stata la prima e la più grande vittima dell’indagine antitrust cinese, che lo scorso 10 aprile ha multato il colosso per la cifra record di 2,8 miliardi di dollari. Ma dall’altro lato, il crackdown potrebbe avere a che fare con un importante indirizzamento dell’espansione economica.

Ciò che è accaduto, infatti, con riguardo al settore dell’istruzione privata deve essere valutato con attenzione: nel giro di poco tempo il Governo ha quasi neutralizzato un settore da circa 120 miliardi di dollari. Il sistema scolastico è molto competitivo ed in genere le famiglie si fanno carico di spese ingenti per poter istruire i propri figli, mentre molte aziende (come ad esempio TAL Education) nel corso degli anni hanno avuto un grande successo, sviluppando un’ampia offerta di servizi digitali.

Ma quale sarebbe, dunque, il vero obiettivo?

Potrebbe essere quello di favorire un aumento della natalità, riducendo il carico di spesa che le famiglie devono sostenere per crescere i propri figli. Si osservi il grafico sopra riportato: secondo il National Statistics Bureau of China (NBS) la popolazione cinese è cresciuta da 1,4 miliardi nel 2010 a “solo” 1,412 miliardi nel 2020, registrando un tasso medio di incremento annuo ai minimi storici, pari a +0,53%.

Un investitore potrebbe ancora essere attratto dall’equity cinese?

Noi riteniamo che la regione offra comunque delle interessanti prospettive. Infatti per creare ricchezza e per mantenersi competitivi a livello mondiale, le Autorità continueranno ancora a supportare l’innovazione tecnologica, guidata da Intelligenza Artificiale, semiconduttori, automazione industriale e green energy. Tuttavia, il clima di incertezza oggi rende più complesso il processo di investimento e, per tale motivo, a nostro avviso la selezione delle aziende su cui puntare dovrebbe essere assegnata ad abili gestori locali.

Al via l’Expo di Dubai

“Connecting Minds, Creating the Future”: si tratta dello slogan che l’Expo di Dubai promuove in vista del 1° Ottobre, rappresentando la prima Esposizione Universale ospitata da un Paese arabo. Le aspettative sono di gran lunga interessanti, poiché il Comitato prevede l’arrivo di circa 25 milioni di visitatori, i quali potranno scegliere tra più di 200 padiglioni rappresentativi del futuro dei 191 Paesi partecipanti. I temi che saranno presentati sono diversi, ma un focus importante verrà posto sulla sostenibilità ambientale e sull’innovazione tecnologica.  Ad esempio tra i più importanti padiglioni a tema ambientale abbiamo “Terra”, un esempio di struttura architettonica sostenibile costruita per essere ad impatto zero, sia per quanto riguarda il consumo energetico che quello idrico. In particolare, sono stati implementati 1.055 pannelli fotovoltaici che, disposti su un’area larga circa 130 metri, sono in grado di generare 4GWh (gigawattora) di energia alternativa all’anno, sufficiente per caricare addirittura più di 900.000 telefoni cellulari. Ma non solo, anche le tecniche di irrigazione innovative hanno il potenziale per preservare il pianeta, poiché sono state progettate per ridurre del 75% l’uso delle risorse idriche grazie ad un sistema di riutilizzo delle acque grigie.

nvece per quanto attiene al tema tech, vorremmo porre l’attenzione sul padiglione che presenterà la Corea del Sud, con un focus sulla Smart Mobility e sulla partecipazione di oltre 40 aziende domestiche, tra cui Hyundai ed LG Electronics, che mostreranno la propria tecnologia bestin-  class: guida autonoma, robot che si occupano delle consegne ed utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.  L’occasione, in particolare, favorirà la cooperazione con gli Emirati Arabi con riguardo all’economia  dell’idrogeno, rafforzando una partnership commerciale che nel 2020 ha contato un giro d’affari per  circa 9.4 miliardi di dollari.

Ad oggi, in particolare, il progetto dell’RTA di Dubai (Road and Transport  Authority) ambisce a trasformare l’intera flotta dei taxi in veicoli eco-friendly, ovvero ibridi ed elettrici,  entro il 2027, nonché a testare il primo taxi alimentato ad idrogeno del Medioriente. L’Expo 2020, dunque, potrebbe avere un impatto determinante sulla crescita economica dei Paesi del Golfo Persico ed in particolare degli Emirati. Stando all’ultima release della Banca centrale il tasso reale di incremento del PIL previsto per il 2022, pari a 3,5%, potrebbe risultare maggiore di quello atteso per il 2021 (2,5%), grazie ad una significativa spesa pubblica, un settore bancario solido, un agevole accesso al credito per le imprese ed un notevole miglioramento del mercato del lavoro. Secondo alcuni analisti, l’evento dovrebbe contribuire alla creazione di circa 277mila posti di lavoro, di cui circa 147mila nel settore turistico.

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